Si intitola “L’onda nera tra Americhe ed Europa” l’iniziativa che si svolgerà il 18 aprile a Vag61, in via Paolo Fabbri 110. Un incontro nel quale verranno presentati due libri che costruiscono un mosaico su quella che sembra essere una “onda nera” che avanza in Italia e nel mondo.
“L’onda nera frastagliata. L’estrema destra nell’Italia del nuovo millennio” è il libro di Federica Frazzetta concentrato sull’Italia. Il libro di Leonardo Bianchi, “Le prime gocce della tempesta. Miti, armi e terrore dell’estrema destra globale”, invece affronta il medesimo tema su una dimensione più ampia.

L’internazionale nera, chi sono e come agiscono i nuovi terroristi di estrema destra

Il libro di Bianchi prende spunto dalle parole di Anders Behring Breivik, lo stragista neonazista che il 22 luglio 2011 nell’isola di Utøya uccise 77 persone. In una lettera scritta a un’altra esponente neonazista, Breivik affermava: «Siamo le prime gocce della tempesta purificatrice che sta per abbattersi sull’Europa». Quella tempesta è il nuovo terrorismo nero, che Leonardo Bianchi racconta nel libro descrivendone le caratteristiche e gli elementi di novità rispetto a quello precedente e che costituisce una nuova internazionale nera.
«L’attentato di Utøya è uno spartiacque – spiega l’autore ai nostri microfoni – perché ha dimostrato che anche una singola persona sufficientemente addestrata e motivata può fare una strage».

L’attuale internazionale nera ha assunto delle caratteristiche nuove rispetto al terrorismo di estrema destra del passato. «Caratteristiche che la rendono una minaccia per tutte le società occidentali e non solo», sottolinea Bianchi.
Il nuovo modello di violenza politica è compiutamente trasnazionale e globalizzato e investe potenzialmente tutti i Paesi perché è una minaccia endogena, nata all’interno della società.
«È una minaccia che punta ad attaccare il cuore della democrazia attraverso gli atti individuali di persone che spesso e volentieri sono fuori dai radar e che aderiscono a un’ideologia comune e mortifera, che sfrutta le debolezze della società, i discorsi d’odio e un certo clima che viene creato anche e soprattutto dalla destra istituzionale per colpire i gruppi già marginalizzati e razzializzati».

L’autore spiega che c’è una grossa differenza rispetto al terrorismo nero che, ad esempio, l’Italia ha conosciuto tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’80, in particolare con la strategia della tensione. «La differenza principale riguarda la forma organizzativa – spiega Bianchi – Mentre i gruppi gruppi strutturati come Ordine Nuovo lavoravano a contatto con pezzi dei servizi segreti o apparati Nato e avevano un’organizzazione gerarchica pesante, oggi questo non c’è e gli esperti parlano di “terrorismo post-organizzativo” perché addirittura l’estrema destra extraparlamentare è odiata da questi attentatori, perché sarebbe un tappo all’azione necessaria per salvare la razza bianca».

Al centro dell’ideologia di questo nuovo terrorismo nero c’è la supremazia bianca, considerato il valore da preservare e salvare. Trasversalmente nel mondo questi individui attingono a teorie come quella dell’invasione, della sostituzione etnica e altre ancora che minaccerebbero la cosiddetta razza bianca.
Proprio su questo terreno è spesso la destra istituzionale a normalizzare questi discorsi. In Italia, ad esempio, è stato un ministro del governo Meloni a parlare di “sostituzione etnica”, teoria nata in ambienti neonazisti. «Questa normalizzazione non arma automaticamente le mani degli attentatori – specifica Bianchi – però crea un clima tale per il quale delle teorie che fino a poco tempo fa erano ai margini penetrano nel mainstream e vengono sdoganate».

ASCOLTA L’INTERVISTA A LEONARDO BIANCHI: