Sono già 13 le vittime a Gaza degli attacchi militari israliani. Oltre ad alcuni esponenti della jihad islamica, gli attacchi hanno ucciso famigliari e civili e prodotto diversi feriti. È l’ennesima escalation che si registra in Medio Oriente, questa volta innescata dalla morte del militante palestinese Khader Adnan in seguito ad uno sciopero della fame contro la detenzione amministrativa.
La sua morte ha suscitato indignazione da parte palestinese, tradottasi nel lancio di alcuni razzi che non hanno provocato danni. Non è tardata però la risposta militare israeliana su Gaza.

Israele attacca Gaza, la nuova escalation in Palestina

«La ripresa degli sconti è stata determinata dalla morte di Khader Adnan, che era leader della jihad islamica palestinese, che era in sciopero della fame perché arrestato a febbraio nel corso di una protesta contro la detenzione amministrativa», spiega ai nostri microfoni Federica Stagni, ricercatrice di Cosmos e della Scuola Superiore Normale di Pisa.
La detenzione amministrativa praticata da Israele è stata ritenuta contraria ai diritti umani da Amnesty International e prevede che le persone siano recluse senza la possibilità di contattare un avvocato, senza capi di imputazioni e in uno stato di totale incertezza dato dalla possibilità di rinnovare la misura ogni sei mesi.

La morte del militante ha provocato il lancio di razzi rudimentali da Gaza, che sono caduti in aree deserte di Israele senza provocare morti né feriti o danni alle coltivazioni.
Ciononostante, ieri lo Stato di Israele ha dichiarato l’allerta e nella notte ha compiuto attacchi nei confronti della Striscia di Gaza con l’obiettivo di eliminare i leader della jihad islamica.

Lo smacco dell’Ue ad Israele contro il ministro di ultradestra

Nella giornata di ieri, però, Israele ha fatto parlare di sè anche per lo smacco dell’Unione Europea, che ha deciso di disertare una cerimonia per celebrare la Giornata dell’Europa a causa della partecipazione del ministro israeliano della Sicurezza nazionale Ben Gvir. Gvir fa parte del Jewish National Front, un partito di ultradestra israeliana presente nel governo.
Non è la prima volta che l’ultradestra fa parlare di sè, specie per i progetti di insediamento di nuove colonie in territori palestinesi. Ma l’ultradestra al governo è tra le responsabili delle proteste di piazza israeliane contro la riforma della giustizia.

L’Ue ha deciso di cancellare l’evento diplomatico alla presenza del ministro perché, hanno fatto sapere da Bruxelles, non si voleva lasciare spazio «a opinioni che contraddicono i valori europei».
Per Stagni quello europeo è un gesto importante, anche se le relazioni con Israele sono salde e investono molteplici ambiti, come quello commerciale ed accademico. «In realtà il problema resta – spiega la ricercatrice – perché anche nella rivendicazione europea è esclusa la Palestina e nel gesto simbolico non si è detto che Israele ha un sistema di apartheid».

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