La pandemia non è stata una tragica fatalità, ma la sua diffusione, l’alto numero di decessi e altri problemi ad essa correlati hanno responsabilità umane, a volte molto precise. È quanto viene documentato da “Senza respiro – Un’inchiesta indipendente sulla pandemia Coronavirus in Lombardia, Italia, Europa. Come ripensare un modello di sanità pubblica” (Altreconomia edizioni), l’ultimo libro di Vittorio Agnoletto.
Il libro verrà presentato alle 21.00 dell’11 gennaio in un incontro pubblico online sulla pagina Facebook dell’associazione “Victor Serge”, un’iniziativa a cui hanno contribuito anche Prc, Pcl, Pci e Pap.

Pandemia, le responsabilità della tragedia

«Se la Lombardia fosse una nazione indipendente come voleva la Lega, sarebbe la prima al mondo per numero di decessi per 100mila abitanti», osserva Agnoletto ai nostri microfoni, sottolineando come il caso lombardo, ampiamente trattato nel libro, sia emblematico di come la gestione pandemica sia risultata fallimentare. E ciò, da un lato, ha responsabilità precise, mancati controlli e omissioni e, dall’altro lato, è stato determinato anche dal fatto che la Regione guidata da Attilio Fontana è quella che più di ogni altra ha spinto sulla privatizzazione, al punto da costruirne un vero e proprio modello.

Il libro è nato dal lavoro partecipativo in seno all’Osservatorio Coronavirus, un osservatorio sulla pandemia realizzato da Medicina Democratica e dalla trasmissione “37e2” di Radio Popolare. Da marzo ad oggi sono state raccolte decine e decine di testimonianze, sia di cittadini che di sanitari, che hanno permesso di documentare e ricostruire in modo preciso i problemi e la catena di responsabilità sullo sviluppo della pandemia nel nostro Paese.
Elementi che in alcuni casi potrebbero sfociare in inchieste giudiziarie e proprio per questo lo scorso novembre Agnoletto ha consegnato il libro in Procura a Milano.

Un’altra sanità pubblica è possibile

La prefazione del libro è affidata all’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva di cui Agnoletto è amico fin dal Social Forum di Porto Alegre, durante la stagione No Global, e i diritti d’autore saranno devoluti all’ospedale Sacco di Milano, struttura pubblica che ha svolto un importante lavoro sul Covid-19.
Ed è proprio una riflessione sulla sanità pubblica e su come dovrebbe essere che si concentra l’altra parte del libro. «Il privato approccia la sanità come qualsiasi altro settore – spiega Agnoletto – cioè con l’obiettivo di fare profitto». È per questo, ad esempio, che la sanità privata si convenziona solo su settori piuttosto redditizi, come le malattie croniche, e non è interessata a comparti meno fruttuosi, come quello dell’emergenza.

La conoscenza dei meccanismi della sanità neoliberista permette di capire anche i danni che essa ha prodotto e produce per la salute pubblica, come la totale scomparsa della prevenzione, e consente di avanzare proposte per una riforma della sanità pubblica che non insegua il business ma si occupi di garantire il benessere delle persone.
Un elemento che soprattutto durante la prima ondata della pandemia è saltato agli occhi per la sua assenza è quello della medicina territoriale, che invece dovrebbe rappresentare un punto chiave, spostando l’asse dall’ospedale.

ASCOLTA L’INTERVISTA A VITTORIO AGNOLETTO: