La giornata di oggi per il mondo della musica è iniziata con una lettera pubblicata sulle pagine de Il Resto del Carlino e La Nazione da parte dell’artista piemontese Marco Jacopo Bianchi, in arte Cosmo, indirizzata al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e alla vicepresidente Elly Schlein. L’appello dell’artista, pubblicato anche sulle sue pagine Instagram e Facebook, invita ad una riflessione in vista del concerto che si terrà l’1,2 e 3 ottobre a Bologna all’Arena Parco Nord, La Prima Festa dell’Amore.
Le parole di Cosmo analizzano politicamente la situazione del settore della musica dal vivo e dello spettacolo che continua ad essere in difficoltà, nonostante le misure emanate dal governo e la recente introduzione del Green Pass obbligatorio per partecipare a concerti ed eventi. La Prima Festa dell’Amore che Cosmo sta organizzando da mesi nasce dall’esigenza di tornare per la prima volta dall’inizio della pandemia a vivere l’emozione di un concerto dal vivo senza distanziamento, in piedi, animato da persone che come a qualsiasi evento pre-pandemico possono ballare, scontrarsi, sudare e agitarsi ascoltando lə artistə che hanno di fronte. Quella di Cosmo era nata come una sfida, dimostrare che con attenzione e cura nei confronti della sicurezza personale e collettiva, la musica può, e viste le condizioni di questo settore deve, ripartire.
L’accesso al concerto quindi avverrà seguendo i dispositivi di sicurezza stabiliti dal governo, l’esibizione del Green Pass o di un tampone negativo all’ingresso e sarà possibile effettuare entro poche ore dall’inizio dell’evento dei tamponi rapidi all’ingresso. Viene però messa in dubbio la modalità dello svolgimento della serata. Se l’idea dell’artista era la realizzazione, per la prima volta in Italia, di un live “come una volta”, senza quindi tutte le restrizioni che fino ad oggi hanno caratterizzato tutti gli eventi dal vivo, ad oggi tutto questo viene messe in dubbio. La lettera di Cosmo quindi offre una riflessione lucida e soprattutto politica sui motivi per cui questo concerto, svolto secondo i progetti iniziali, deve rimanere organizzato come tale.
La lettera di Cosmo
Sono tanti i problemi sollevati dall’artista, quelle che da mesi continuano a piegare il settore della musica dal vivo. Dopo mesi e dopo numerosi DPCM infatti, le misure governative continuano ad ignorare uno dei settori tra i più colpiti da marzo 2020. Evidentemente le molteplici manifestazioni nazionali delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo che hanno scandito questi duri mesi per chi in Italia vive di musica, o almeno ci prova, non sono sufficienti, e il risultato è sempre un compromesso che non considera minimamente le esigenze del settore. Cosmo denuncia a tal proposito la frustrazione dellə artistə che hanno dovuto reinventare il loro lavoro, e reinventare anche se stessə: performance di fronte ad un pubblico seduto sulle proprie sedie, costretto a reprimere tutto l’entusiasmo di quel rito sociale e collettivo che è un concerto. Di fatto, non sono più concerti. La lettera va avanti poi denunciando un gravissimo problema economico che i festival più piccoli, indipendenti e autorganizzati devono combattere per far fronte alla sostenibilità di eventi con restrizioni che gravano sulla possibile riuscita e sopravvivenza del festival.
«Insomma, vi chiedo semplicemente di unirci per lanciare un appello con i fatti – scrive l’artista – Di aiutarci ad autorizzare l’evento in deroga alle disposizioni statali. Possiamo farlo come esperimento, per quanto sia surreale chiamarlo così, dopo che tutta Europa ha fatto esperimenti entro l’inizio del 2021 e ha già messo in pratica i protocolli quest’estate». Le parole di Cosmo diventano quindi una presa a carico di responsabilità, un appello che vale di più di un semplice concerto ma un vero e proprio esperimento per tornare a credere che prima o poi ritorneremo a ballare vicini sotto ad un palco.