«È una legge identitaria». Così Vincenzo Colla, assessore della Regione Emilia-Romagna alle Attività Produttive, presenta quella che è la prima legge regionale per trattenere e attrarre talenti. Una legge strutturale, che verrà finanziata in modo stabile, per fronteggiare quella che è la crisi demografica italiana e che mira a garantire la tenuta del sistema produttivo e della conoscenza.

Talenti, l’Emilia-Romagna discute la prima legge regionale per attrarli

Sono tantissimi gli strumenti che la Regione vuole mettere in campo per attrarre talenti, ma anche per impedire che quelli già presenti nel proprio sistema formativo decidano di andarsene, ad esempio per la precarietà lavorativa che si prospetta loro o per le difficoltà a costruire un futuro, a partire dall’abitazione.
Per questo Viale Aldo Moro conta di stipulare accordi di partenariato con istituzioni europee e internazionali, ma anche di realizzare progetti con Università e centri di ricerca.
Per garantire l’efficacia della legge su tutto il territorio nazionale verrà dato supporto ai centri operativi nelle città, al fine di creare un network dedicato.

E poi ancora: nei propositi c’è l’incremento dei dottorati, la creazione di percorsi di agevolazione e sostegno alla residenzialità con la creazione di case e foresterie, la garanzia di una mobilità internazionale, i servizi dedicati per conciliare tempi di vita e di lavoro, i master dedicati di formazione e all’aggiornamento, i servizi offerti ai famigliari per l’accesso ai servizi educativi, i protocolli dedicati per non perdere le agevolazioni fiscali a supporto della legge, la definizione di un manifesto per l’attrazione di talenti nelle filiere. E, sottolinea Colla, «vogliamo mettere in campo azioni per attrarre soggetti con idee imprenditoriali, quindi non solo talenti nel sistema produttivo, ma anche chi vuole investire e sviluppare un’idea».
Infine verrà costituito un comitato permanente a supporto dell’attrazione di talenti e un osservatorio.

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