L’iva ridotta, ma solo per i prodotti per l’infanzia e gli assorbenti; la social card per l’acquisto di beni di prima necessità estesa; le pensioni a quota 103, un aumento delle minime e l’Opzione Donna a seconda del numero dei figli; una riduzione da 12 a 8 mesi per il Reddito di Cittadinanza; la rottamazione delle cartelle esattoriali fino a mille euro; un taglio del cuneo fiscale di tre punti per i redditi bassi; l’innalzamento della flat tax per i lavoratori autonomi fino a 85mila euro; incentivi per le aziende che assumono donne sotto i 36 anni o percettori del Reddito di Cittadinanza.

Sono queste alcune delle principali misure della legge di Bilancio del governo Meloni, che la stessa premier ha presentato questa mattina in conferenza stampa. Una manovra da 35 miliardi di euro, di cui due terzi finanziati in deficit, che è stata caratterizzata da pochi spazi di agibilità. O meglio: i pochi spazi per la manovra si hanno se si intende proseguire sulla linea tracciata dal governo Draghi e più in generale nel solco neoliberista che abbiamo conosciuto. Lo dimostra la “controfinanziaria” di Sbilanciamoci, che quest’anno ammonta a 60 miliardi e senza scostamenti di bilancio.

Governo Meloni e legge di Bilancio: giustizia sociale? «No, favori»

«Non è una manovra all’insegna della giustizia sociale, ma è una manovra all’insegna dei favori». Con queste parole Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci! boccia la legge di Bilancio del nuovo governo. «Si fanno favori agli evasori fiscali quando si porta il contante da mille a 5mila euro – osserva Marcon – i favori ai ricchi, quando si prevede una flat tax incrementale sostanzialmente per i redditi alti. È una legge dei favori ai costruttori e ai devastatori dell’ambiente quando si rimette in cantiere per l’ennesima volta il ponte sullo stretto di Messina».

Ma ciò che è più preoccupante e che sicuramente va nella direzione opposta alla giustizia sociale evocata da Meloni, è quanto viene fatto sul terreno della lotta alla povertà.
«È una cosa estremamente grave mettere mano al reddito di cittadinanza restringendone l’applicazione – commenta il portavoce di Sbilanciamoci! – Quindi si dà un colpo ad uno degli strumenti, che pure avendo tanti difetti, in questi anni ha avuto il merito di arginare la povertà nel nostro Paese».

Legge di Bilancio, la proposta di Sbilanciamoci vale il doppio e non fa debito

«È una manovra da quasi 60 miliardi, senza scostamenti di bilancio. Gran parte delle entrate vengono da misure di giustizia fiscale (le proposte della nostra campagna Tax the Rich». Così i promotori della campagna Sbilanciamoci! presentano la propria proposta di Legge di Bilancio, che si configura come alternativa a quella “vera” del governo.
Dal lato delle entrate, la finanziaria alternativa chiede ai privilegiati e ai ricchi di contribuire in modo veramente equo ai bisogni del paese, riducendo le diseguaglianze drammaticamente aumentate in questi anni.

Le uscite, invece, si orientano verso la costruzione di quel nuovo modello di sviluppo che Sbilanciamoci! auspica dalla nascita della campagna: misure per la transizione ecologica, la sanità ed il welfare, l’economia solidale, i diritti. «E naturalmente sui temi del momento – la guerra e l’immigrazione – le nostre proposte sono conosciute da tempo: riduzione delle spese militari e investimenti per un’accoglienza senza sé e senza ma dei migranti e una durissima lotta al razzismo», si legge ancora nella presentazione.

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