Dopo la bocciatura del referendum sulla cannabis, la strada per la sua legalizzazione in Italia continua ad essere in salita. L’ostruzionismo della Lega alla legge in discussione alla Camera porterà il tema della cannabis, insieme a quello dello ius scholae, a slittare a settembre nel calendario parlamentare, con l’alto rischio che finisca nuovamente in un binario morto.
Intanto a Bologna il tema fa volare stracci tra Mattia Santori, ex leader delle sardine, consigliere comunale e capolista del Pd alle ultime elezioni comunali e la segretaria dem Federica Mazzoni.

Legge cannabis verso il rinvio a settembre

«Era previsto che la Lega facesse ostruzionismo – commenta ai nostri microfoni Antonella Soldo, portavoce della campagna Meglio Legale – L’inerzia da parte di altre forze politiche forse no».
Tutto nasce da un trascinarsi del disegno di legge in Commissione Giustizia per tre anni, che ha portato i lavori parlamentari all’ultimo scampolo disponibile per la discussione e la votazione prima della fine della legislatura. I lavori delle Camere sono traslati anche a causa di «emergenze prevedibili», come la relazione del presidente del Consiglio sulla siccità o altre questioni di stringente attualità che portano la cannabis in coda ai lavori.

«Noi chiederemo ai gruppi parlamentari di lavorare una settimana in più, magari nei giorni in cui non sono prevista l’apertura delle Camere», annuncia Soldo.
Del resto, anche la magistratura è intervenuta sul tema in oggetto, cioè la decriminalizzazione dell’autocoltivazione di piante di cannabis fino ad un massimo di quattro, che oggi è equiparata allo spaccio e può portare dietro le sbarre.
«Oggi chi usa cannabis non è passibile di denunce penali, rischia solo sanzioni amministrative – ricorda la portavoce di Meglio Legale – ma se quella stessa persona la cannabis, invece di prenderla al mercato nero, se la coltiva sul proprio balcone rischia fino a sei anni di carcere. Questo è un paradosso».

Santori e il Pd ai ferri corti sul tema della cannabis

Il tema della cannabis ha fatto salire vorticosamente la tensione a Bologna, in particolare tra il Pd e quello che alle ultime elezioni comunali era il suo capolista, Mattia Santori. L’attuale consigliere comunale, infatti, nelle settimane scorse ha promosso un percorso di approfondimento sul tema della cannabis, ma nei giorni scorsi si è autodenunciato, dicendo che da tempo coltiva le piante per consumarle.
Una notizia che, oltre a scatenare la prevedibile indignazione delle destre proibizioniste, ha portato anche alla “scomunica” di Santori da parte dello stesso partito che lo ha candidato alle elezioni.

Per la segretaria provinciale del Pd di Bologna, Federica Mazzoni, Santori minerebbe la credibilità delle istituzioni. Parole che all’ex sardina non sono andate giù, al punto da replicare duramente, accusando il Pd di comportarsi al pari della Lega e di Fratelli d’Italia.
«Qui non stiamo parlando del diritto di Santori, ma del diritto di 100mila persone che, secondo le stime, già autocoltivano cannabis – osserva Soldi – e di sei milioni di persone che la consumano». Per l’antiproibizionista le conseguenze dello stigma e della criminalizzazione anche di giovani consumatori porta a conseguenze nefaste, come i suicidi, l’emarginazione, oltre a continuare ad arricchire la criminalità organizzata.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANTONELLA SOLDO: