Approvata nelle scorse settimane dal Consiglio regionale della Lombardia, la legge “anti-moschee” contenente norme urbanistiche restrittive per la costruzione di nuovi luoghi di culto, è stata impugnata dal governo davanti alla Corte Costituzionale.

Il governo ha impugnato la legge “anti-moschee” della Regione Lombardia. Un provvedimento, approvato nelle scorse settimane dalla sola maggioranza di centrodestra del Consiglio regionale, che prevede norme urbanistiche più restrittive per la costruzione di nuovi luoghi di culto. Una legge che, di fatto, impedisce l’edificazione di nuove moschee in Lombardia. “Un’azione giusta, perché è palesemente una legge incostituzionale – commenta ai nostri microfoni il deputato Pd Khalid Chaouki – Un conto sono gli slogan della Lega, un altro è la nostra Costituzione che afferma la libertà di culto e la non discriminazione tra le varie religioni”.

Le legge, approvata dalla Regione Lombardia il 27 gennaio 2015, ufficialmente porta il nome di “Princìpi per la pianificazione delle attrezzature per servizi religiosi”, ed è stata subito ribattezzata dalle opposizioni “legge anti-moschee”. In base a ciò che prescrive, infatti, rende molto difficile costruire nuovi luoghi di culto, soprattutto moschee. I progetti dovrebbero essere sottoposti al vaglio preliminare di una “consulta regionale”, e al parere di organizzazioni locali e comitati di cittadini in una sorta di referendum. In più i nuovi edifici religiosi dovrebbero essere isolati e avere attorno parcheggi su una superficie doppia rispetto a quella del luogo di culto. Dovranno essere collegati con impianti di videosorveglianza alle forze dell’ordine, e – dulcis in fundo – essere congruenti “con le caratteristiche generali e peculiari del paesaggio lombardo”.

Una legge allucinante – dice Chaouki – con cui si cerca di bloccare la libertà di espressione delle altre comunità religiose, a partire da quella islamica, attraverso escamotage linguistici. È un peccato – continua il deputato – che una regione importante come la Lombardia sia oggi guidata da persone che strumentalizzano un principio così fondamentale per meri interessi politici”.

Secondo l’esponente del Partito democratico, “per combattere il terrorismo e l’estremismo dovremmo semmai invocare luoghi di culto visibili e dignitosi, garantire più inclusione. La risposta migliore al terrorismo e a questo clima di paura è dare visibilità ai buoni esempi di convivenza e integrazione e non strumentalizzare quella minoranza di violenti che vogliono combattere innanzitutto contro il mondo musulmano pacifico“, sottolinea Chaouki. “Non dimentichiamo che tra noi vivono milioni di persone di religione diversa che sono parte integrante della nostra comuntà e che hanno a cuore il futuro della convivenza pacifica in questo paese”.