L’esclusione dei Verdi dalla maggioranza di centrosinistra che governa il Comune di Bologna ha destato scalpore. Fin dai primi momenti, però, è parso chiaro che la ragione addotta dal sindaco Matteo Lepore in un comunicato – le dichiarazioni del consigliere comunale Davide Celli a proposito del film russo “Il testimone” – è solo un pretesto o la goccia che ha fatto traboccare il vaso di tensioni registrate in questa prima parte di mandato.
Lo stesso Lepore, in un’intervista al Tg3 regionale, ha aggiunto che i Verdi non hanno nemmeno votato il bilancio preventivo del Comune.

Ambiente, le divergenze tra Verdi e Lepore al centro della rottura

Gli stessi Verdi, sia nelle dichiarazioni di Celli che in quelle dei portavoce comunali e regionali, hanno evidenziato che il film russo c’entra ben poco in questa vicenda. E accusano l’Amministrazione stessa di aver trattato la lista ecologista come opposizione fin dall’insediamento, disattendendo anche gli accordi e le promesse elettorali.
Quali sono, però, nello specifico i provvedimenti, le delibere e gli atti della giunta e della maggioranza a Palazzo D’Accursio che hanno fatto registrare divergenze e portato alla rottura? Lo abbiamo chiesto al portavoce bolognese dei Verdi, Danny Labriola.

«Ci viene detto che siamo noi ad essere usciti per vari dissensi su diversi temi – osserva Labriola – Il capogruppo del Pd cita i progetti sulle scuole Cavazzoni e Besta e dice che non abbiamo votato atti cruciali per interventi strategici sull’edilizia scolastica. Si conferma quello che abbiamo sempre pensato, cioè che non ci abbiano mai considerati parte della maggioranza. Ma in una maggioranza si decide insieme o noi dobbiamo dire sì a quello che decidete voi?».
La sensazione che hanno i Verdi è che, in realtà, a monte ci sia proprio una visione del mondo e del futuro diversa, che rende difficile ogni confronto o dialogo.

Nello specifico, le divergenze dei Verdi rispetto alle politiche di Lepore si è manifestata su diversi temi. Dai già citati progetti sulle scuole Cavazzoni e Besta, dove si produce consumo di suolo e abbattimento di alberi per fare spazio alla costruzione di nuovi edifici invece che ristrutturare quelli esistenti, arrivando all’urbanizzazione prevista nel quartiere San Donato, in particolare per costruire una parte dei 10mila alloggi previsti dal Piano per l’Abitare del Comune. «Noi abbiamo chiesto se è vero che a Bologna ci sono 20mila appartamenti sfitti – sottolinea il portavoce dei Verdi – e se prima di urbanizzare fosse possibile fare qualcosa per convincere i proprietari a mettere quegli alloggi sul mercato».

La lista ecologista cita anche la questione dell’aeroporto e dei sorvoli sulla città. Insufficiente, secondo i Verdi, l’accordo raggiunto per diminuire i sorvoli notturni su Bologna durante l’estate. «L’economia viene sempre prima, anche della salute e dell’ambiente», lamenta Labriola.
La questione del Passante, in realtà, era già stata archiviata: «È stata ereditata dal passato e noi sapevamo che loro era favorevoli, mentre loro sapevano che noi eravamo contrari».

Ciò su cui i Verdi puntano il dito, però, è la mancata attuazione di 11 punti di un accordo stipulato prima delle elezioni tra la lista ecologista e l’allora candidato sindaco Lepore. Tra questi punti era presente lo stop al consumo di suolo, la tutela del verde pubblico anche attraverso l’introduzione di un garante indipendente.
«Sono passati due anni – osserva il portavoce dei Verdi – Abbiamo avuto pazienza, ma non ci sembra che ci fosse la volontà di realizzare questi punti. Lo stesso consigliere Celli ha dovuto rinunciare alla delega al benessere animale perché non venivano trovate le risorse per le proposte e queste non avevano sostegno politico».

Eppure Bologna ha assunto l’impegno di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. «Con le attuali politiche, però, non si raggiungerà l’obiettivo – sostiene Labriola – Non si può consumare suolo per costruire nuovi edifici con poche emissioni, abbiamo avuto un’alluvione e non ci ha insegnato niente». La strada, secondo i Verdi, sarebbe quella del recupero e dell’adeguamento delle strutture già esistenti.
Insomma, le ragioni della rottura sono molteplici, al punto che lo stesso portavoce dei Verdi ironizza amaramente: «Quando ho letto che siamo stati “cacciati” dalla maggioranza ho subito pensato: ah, perché eravamo nella maggioranza?».

ASCOLTA L’INTERVISTA A DANNY LABRIOLA: