Sabato 15 marzo al Liceo Copernico si svolgerà il convegno “Le parole chiave – Per capire il presente e progettare il futuro della nostra scuola”. Tra tagli, esuberi, respingimenti e finanziamenti alle private, il mondo dell’istruzione pubblica cerca una via d’uscita. E vuole rilanciare la legge popolare del 2006.

L’istruzione pubblica è tra le indiscusse protagoniste degli ultimi due anni, purtroppo non sempre in positivo. Se attorno al tema della scuola, a Bologna, è nata una mobilitazione che ha portato fino alla vittoria – per quanto disattesa – del referendum contro i finanziamenti alle scuole private, l’istruzione pubblica vive una situazione di difficoltà che si sta cronicizzando.
I tagli della riforma Gelmini, la scarsità di posti per il tempo pieno, i problemi legati all’accoglienza e all’inserimento di studenti stranieri. Queste ed altre le criticità che si manifestano nel mondo della scuola.

Per analizzare la situazione attuale e pensare il modello educativo del futuro, sabato prossimo, 15 marzo, nella Sala Auditorium del Liceo Scientifico Copernico si terrà il convegno di formazione “Le parole chiave – Per capire il presente e progettare il futuro della nostra scuola“.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Nazionale per la Scuola della Repubblica, è sostenuta da Scuola e Costituzione, sindacati, Assemblea delle Scuole. Molte delle anime che hanno composto il Comitato Articolo 33, promotore del referendum.

Durante la giornata Lorenza Carlassare si confronterà con studenti, insegnanti e genitori sulla funzione costituzionale della scuola, mentre Nadia Urbinati “sfiderà” Andrea Ichino sul tema: “Merito o uguaglianza?”.
Nel pomeriggio, invece, il costituzionalista Andrea Morrone parletà della scuola della Repubblica come fattore di uguaglianza, libertà e democrazia, mentre Osvaldo Roman e Corrado Mauceri confronteranno le rispettive idee sulla legge di parità n. 62/2000.

Il convegno rientra fra i 5 giorni di aggiornamento previsti per il personale scolastico, ma ha anche un obiettivo politico. Dopo il referendum bolognese e la sentenza del Tar Lombardia sulla dote scuola, infatti, si vuole rilanciare la legge popolare per una buona scuola della Repubblica depositata nel 2006 e, ad oggi, rimasta nei cassetti del Parlamento a causa dell’opposizione di Pd e Pdl.