Se il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri, come dichiarava Voltaire, possiamo tranquillamente affermare che anche la “civilissima” Bologna non se la stia passando troppo bene.

Al carcere minorile di via del Pratello, al raddoppio della capienza non è corrisposto un aumento dell’organico delle figure e delle attività educative.  Il rischio è che la struttura possa diventare uno spazio esclusivamente contenitivo, per non dire punitivo, contravvenendo in modo palese alla stessa legislazione in materia di minori in detenzione. I primi sintomi sono sotto gli occhi di tutti e sono cronaca degli ultimi mesi: risse, atti di autolesionismo, perfino letti dati alle fiamme.

Al carcere della Dozza, dopo le rivolte del marzo 2020, coincise con l’inizio del periodo di sospensione delle visite dall’esterno a causa della pandemia, il ritorno alla normalità è ancora un processo lento e pieno di incognite. Da queste parti poi, il sovraffollamento e la carenza di organico non sono certe cose dell’oggi.

Con Antonio Ianniello, garante per i Diritti delle Persone private della Libertà personale del Comune di Bologna, abbiamo fatto il punto sulla condizione delle due strutture detentive cittadine.