Torna “Note a pie’ di pagina”, la rubrica di storia della musica della redazione di Vanloon. Questa settimana voliamo in Cile, Paese che dal 1973 ha conosciuto l’epoca più buia della sua storia con il golpe di Augusto Pinochet. Poco tempo prima, però, il socialista Salvador Allende aveva vinto le elezioni anche grazie ad una campagna elettorale in cui era stato accompagnato da un musicista, Victor Jara.

Victor Jara, musicista, comunista e martire

Wire fences still coiled with flowers of the night
Songs of the birds like hands call the earth to witness
Sever from fear before taking flight

Fences that fail and fall to the ground
Bearing the fruit from Jara’s hands

“Victor Jara’s hands”, le mani di Victor Jara: con queste parole e questa canzone i Calexico aprivano il loro disco Carried to dust del 2008, rendendo omaggio ad una delle voci più importanti e iconiche della storia della musica sudamericana, quella del cantautore cileno Victor Jara.
Perché partire dalle sue mani per raccontarlo? Perché quelle mani sono il simbolo della sofferenza che patì l’intero Cile a partire dall’11 settembre 1973, quando i militari, guidati dal generale Augusto Pinochet, rovesciarono il governo democratico di Salvador Allende: repressione, violenza, sequestri, omicidi e sparizioni.

Victor Jara, volto e voce durante la campagna elettorale del 1970 della coalizione di sinistra Unidad Popoular, convinto militante del Partito comunista del Cile fu tra le prime vittime della dittatura nello stadio di Santiago che oggi porta il suo nome: pur sapendo che non sarebbe sopravvissuto, i suoi aguzzini vollero umiliarlo, spezzandogli quelle mani con cui aveva suonato la chitarra per tutto il paese. Ma forse dietro quell’arroganza si nascondeva la paura di un simbolo: Jara era troppo noto, non solo nel paese ma anche in Sudamerica e in Europa, e se avesse continuato a cantare sarebbe stato un pericolo per l’immagine della dittatura; doveva finire in quel settembre del 1973 la sua carriera.

Purtroppo poco è stato scritto di nuovo su Victor Jara per cui ancora oggi è centrale il toccante libro “Victor Jara. Una canzone infinita” della moglie Joan Jara edito da Sperling&Kupfer nel 1999, quindi difficile da reperire. Per conoscere meglio le sue canzoni un ottimo strumento è il sito Canzoni contro la guerra che traduce, commenta e contestualizza molti dei brani di Jara.
Non da ultimo vi consigliamo il bellissimo disco “Conosci Victor Jara?” del sassofonista napoletano Daniele Sepe, pubblicato da “Il manifesto dischi” nel 2000: assieme a Josè Seves e Auli Kokko Sepe reinterpreta canzoni naturalmente del cantautore cileno ma anche di Violeta Parra e di altri rappresentanti della Nueva Cancion Chilena, facendo una grande operazione culturale e politica di memoria.

Vi consigliamo come ascolto la versione di “A luis Emilio Racabarren”:

ASCOLTA NOTE A PIE’ DI PAGINA: