Nel progetto di realizzazione delle Linee programmatiche per il mandato 2021-2026 “La Grande Bologna per non lasciare indietro nessuno”, il Comune ha approvato il Piano d’azione locale per una città antirazzista e interculturale che impegnano Bologna a essere una città accogliente e a riconoscere piena cittadinanza a tutte le persone che la abitano, indipendentemente dalle loro origini o nazionalità.

Le discriminazioni a Bologna, un piano d’azione locale del Comune

Dopo l’inserimento dello Ius Soli nello Statuto del Comune di Bologna, la recente firma dell’Accordo per semplificare i percorsi amministrativi dell’accoglienza e l’integrazione delle persone migranti, il consolidamento e l’ampliamento dello Sportello Antidiscriminazioni (SPAD) e la selezione del Diversity Team, la Giunta ha approvato il Piano d’Azione Locale (PAL) per una città antirazzista e interculturale.
A dare il via al percorso di costruzione del PAL «è stato un avviso pubblico che è partito nell’aprile del 2022 e ha visto la risposta di più di quaranta associazioni e comunità locali, con le quali si sono svolti degli incontri di comunità per far emergere i bisogni e le proposte che hanno permesso di arrivare a un Piano molto corposo che comprendesse diversi settori, dalla cultura all’educazione, dal diritto alla casa allo sport come veicolo di integrazione e contrasto al razzismo – spiega ai nostri microfoni Emily Clancy, vicesindaca di Bologna – L’idea è stata quella di utilizzare le competenze presenti sul territorio e direttamente provenienti da una comunità che ha un background migratorio, al fine di progettare insieme un’azione che fosse attivamente antirazzista da parte dell’Amministrazione».

Il PAL individua le aree di azione prioritarie come quella della formazione e della sensibilizzazione per coinvolgere la cittadinanza e combattere i pregiudizi che stigmatizzano le persone appartenenti a gruppi razzializzati. Sono previste, infatti, campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, ma anche attività formative rivolte alle persone appartenenti ai gruppi razzializzati che avranno come tema l’informazione sulle tutele contro le discriminazioni e le loro modalità di accesso.
Proprio su quest’ultimo punto si concentra anche la seconda area di azione del PAL che riguarda la possibilità, da parte del Comune di Bologna, di intervenire contro le discriminazioni nella gestione delle attività di erogazione e di valutazione dei servizi pubblici di propria competenza. In questo contesto, si mira a mettere in atto misure strategiche di formazione e creare spazi sicuri di dialogo cittadino, così da ridurre fenomeni come l’underrecording e l’underreporting delle discriminazioni sul territorio.

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I dati dello sportello antidiscriminazioni

Il PAL è stato presentato contestualmente al primo rapporto sull’attività dello Sportello antidiscriminazioni del Comune di Bologna, che «purtroppo ha confermato il fatto che le discriminazioni sono presenti in tutti i campi, dall’accesso al lavoro fino all’accesso alla casa, nello sport e nelle relazioni con i servizi pubblici – sottolinea Clancy – Ha certificato che c’è da fare un lavoro profondo di decostruzione delle discriminazioni e di attivazione di processi che vadano a contrastare questa tendenza».
Lo sportello è stato avviato il 27 novembre 2021 come punto di riferimento per chi è vittima o testimone di discriminazioni razziali, etniche o religiose: questo come prima fase sperimentale, perché in prospettiva l’obiettivo è ampliare il raggio d’azione dello sportello «fino a comprendere tutti i fattori di discriminazione e quindi anche l’età, l’identità di genere, l’orientamento sessuale e la disabilità», sottolinea la vicesindaca.

È con questa impostazione, dunque, che nei primi 11 mesi di servizio lo Spad ha raccolto 55 segnalazioni di discriminazioni (contro le cinque mediamente intercettate ogni anno dalla Rete), di cui 37 “pertinenti”.
Il primo anno di sperimentazione è stato «molto positivo – afferma Davide Costantino, project manager di Cospe – considerando soprattutto l’aumento significativo delle segnalazioni ricevute e degli accessi». L’analisi dei dati può quindi dare un impulso a livello sia politico che culturale ed educativo, perché racconta che tipo di discriminazioni ci sono in città e sul territorio bolognese.
Allo stesso tempo, l’auspicio è che l’attività dello Spad possa stimolare il “coraggio civile” della popolazione e quindi, aggiunge Costantino, il «sapersi schierare al fianco delle vittime di qualsiasi discriminazione».

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Francesca Ferrara