Con l’inizio dei controlli per Bologna Città 30 abbiamo raccolto testimonianze dalle altre città europee che hanno introdotto il provvedimento. Le cittadine e i cittadini di Amsterdam, Amburgo, Barcellona, Bruxelles e Parigi ci hanno raccontato come è stata introdotta la misura, quali modifiche infrastrutturali l’hanno accompagnata e se e come i nuovi limiti vengono fatti rispettare.

Un’altra chiave di lettura per immaginare l’impatto che la Città 30 avrà sotto le Due Torri attiene alle abitudini, ai servizi e all’organizzazione della mobilità nelle diverse città. Un indicatore utile, in questo senso, è il tasso di motorizzazione, cioè quante automobili e altri mezzi a motore ci sono ogni mille abitanti.
Il dato può essere fatto “parlare”, perché ci può raccontare molto della conformazione geografica e urbanistica di un territorio, della sua organizzazione, delle abitudini dei cittadini, ma anche dell’efficienza dei trasporti alternativi all’uso del mezzo privato a motore.

Cosa ci racconta il tasso di motorizzazione

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di motorizzazione. Nel 2022, a livello nazionale, erano presenti 663 veicoli a motore ogni mille abitanti. Ciò è dovuto principalmente a tre fattori. Da un lato dipende dalla conformazione territoriale, diversa da altri territori europei poiché l’Italia è un “Paese di paesi”, dove la popolazione non si concentra solo in grandi città, ma è distribuita su tutto il territorio nazionale in borghi e cittadine medio-piccole, spesso non collegate benissimo, al punto da non rendere particolarmente competitivo il trasporto pubblico, né da rendere la mobilità ciclistica particolarmente praticabile.

Il secondo elemento è rappresentato proprio dalle alternative al mezzo privato. Sebbene negli ultimi decenni, soprattutto in alcuni territori, l’Italia abbia fatto un salto in avanti nella costruzione di infrastrutture dedicate alla mobilità alternativa (come le piste ciclabili) e abbia cominciato a potenziare il trasporto pubblico, l’efficienza del sistema sembra ancora lontana dall’essere competitiva.
Il terzo elemento è sicuramente culturale. Così come avviene con la casa (l’Italia è leader nella proprietà immobiliare residenziale), anche per la mobilità gli italiani sembrano prediligere il possesso del mezzo, che in alcuni casi diventa un vero e proprio status symbol.

Il tasso di motorizzazione nelle città europee che sono passate ai 30 km/h

Andando ad analizzare i tassi di motorizzazione in Europa nei contesti che hanno intrapreso la strada di Città 30, si scopre che il passaggio è stato sicuramente meno traumatico per una ragione evidente: i cittadini di quelle città già possedevano e usavano l’auto molto poco, avvalendosi in caso di necessità a servizi di car-sharing.
A Barcellona, ad esempio, nel 2021 c’erano 410 auto ogni 100 abitanti, a Madrid 480. In entrambi i casi, meno della metà della popolazione possedeva un auto. I dati più eclatanti, però, riguardano il nord Europa. A Londra c’erano 360 auto ogni mille abitanti, ad Amsterdam 257 e a Parigi appena 250, cioè appena un quarto della popolazione residente (Fonte: Rapporto “Optimal Sustainable Mobility Mix”)

La prima cosa che salta all’occhio a chi ha visitato quelle città è che tutte sono dotate di metropolitana e, più in generale, di un trasporto pubblico capillare e diversificato.
Nella Bologna che comincia a far sul serio con Città 30, invece, manca la metropolitana e il collegamento con la provincia non è dei più capillari. Nelle direttrici servite dal treno il progetto di Servizio Ferroviario Metropolitano che avrebbe dovuto incrementare la frequenza delle corse non si è ancora realizzato, mentre in altre direttrici la ferrovia non è presente, riducendo la possibilità del trasporto pubblico alle sole linee extraurbane di autobus.

Forse è anche per queste ragioni, quindi, che il tasso di motorizzazione di Bologna è di 613 auto ogni mille abitanti. A Milano – che sta adottando la Città 30 come Bologna, ma che ha metropolitana e tram – il tasso è di 495 veicoli ogni 1000 abitanti.
Nello stesso sondaggio del Comune di Bologna sul progetto Città 30, a cui ha partecipato la cifra record di 20mila cittadini, ben il 51% delle persone ha richiesto che la rivoluzione sia accompagnata da adeguate alternative al mezzo privato a motore, sia in termini di trasporto pubblico che di infrastrutture per la mobilità alternativa.

La preoccupazione espressa da molti bolognesi dall’annuncio della Città 30 alla sua effettiva entrata in vigore, quindi, non è una resistenza al cambiamento (l’80% ha mostrato apertura), quanto piuttosto la consapevolezza che per modificare sensibilmente la mobilità cittadina senza rendere impossibile la vita degli abitanti è necessario che l’Amministrazione comunale agisca su più fronti, in particolare rendendo valide e competitive le alternative al mezzo privato a motore.