Il risultato del Pd di Matteo Renzi alle elezioni europee di domenica è stato inatteso nelle dimensioni. Più del 40% dei votanti ha fatto una scelta netta. La professoressa Cosenza, docente di semiotica e presidente Corecom, spiega la campagna elettorale con 5 parole chiave.
L’affermazione del Pd nelle elezioni di domenica è andata oltre ogni ragionevole aspettativa. Con quasi il 41% dei voti, il partito del premier Matteo Renzi diventa il più votato del continente e, essendo l’Italia tra i paesi più rappresentati, porta in dote al Partito Socialista Europeo ben 31 deputati (4 in più dei socialdemocratici tedeschi). Per cercare di interpretare un dato così inatteso, arrivato mentre nelle redazioni dei giornali si ipotizzava il possibile sorpasso dei pentastellati ai danni dei democratici, la professoressa Giovanna Cosenza, docente di semiotica e presidente Corecom ha individuato 5 grandi parole d’ordine della campagna elettorale.
La prima è sondaggi. “In questa occasione come l’anno scorso, abbiamo visto il fallimento dei sondaggi. Io credo che i sondaggisti debbano cambiare metodologia, perchè di fronte ad un elettorato così volatile, qualunque sondaggio d’opinione non fa più presa.” afferma la docente.
La seconda parola utilizzata da Giovanna Cosenza per spiegare la vittoria di Renzi è moderati. “L’Italia è un paese di moderati. Renzi è riuscito a intercettare i voti dei moderati sia di centrosinistra che di centrodestra, in assenza di un offerta credibile a destra, testimoniata anche dalla difficoltà di Berlusconi in termini comunicativi. Il Nuovo Centro Destra praticamente non esiste, quindi molti, anche di centrodestra, hanno votato Renzi.”
La terza parola chiave è emozioni. “Lo stesso Renzi aveva definito il conflitto tra Pd e M5S come un derby tra la speranza e la rabbia. Credo -continua Cosenza- che la vera contrapposizione emotiva sia stata tra paura e rabbia. L’aggressività, la virulenza e certi eccessi di Grillo hanno spaventato e hanno coagulato gli elettori moderati intorno alla figura di Renzi.
Comunicazione è un altro termine utilizzato dalla presidente Corecom. “Renzi passa per essere un bravo comunicatore, in effetti lo è, ma tutto è relativo e io non l’ho mai considerato un’eccellenza nella comunicazione. Relativamente però al contesto italiano, dove Berlusconi non è un concorrente e Grillo ha fatto diversi errori, anche la comunicazione di Renzi svetta e quindi ha prevalso” spiega la docente.
L’ultima parola chiave è turpiloquio. “Anche se sembra un dettaglio -conclude Giovanna Cosenza- in realtà la parolaccia, l’aggressività e la virulenza nei modi e nelle parole di Grillo alla lunga hanno avuto un ruolo essenziale. Le scelte elettorali si basano su pochi elementi molto semplici, in cui le emozioni giocano un ruolo fondamentale. Tanti elettori nel vedere questi eccessi non stavano ad ascoltare dei contenuti serie che pure nella proposta del movimento di Grillo ci sono. Il turpiloquio distoglie l’attenzione dai contenuti. Le persone non ascoltano perchè profondamente infastidite dai modi e dai toni e questi sono i risultati.”