«Non siamo carne da macello». È questo lo slogan un po’ truce ma efficace scelto da Sgb, Cobas e Usi-Cit per il presidio promosso a Bologna per sabato prossimo. Alle 15.30 del 5 giugno, infatti, si svolgerà una manifestazione davanti alla sede bolognese di Confindustria, in via San Domenico 4, considerata «azionista di maggioranza» nel governo Draghi per via delle scelte che quest’ultimo sta compiendo in materia di lavoro. Licenziamenti, appalti e sicurezza sul lavoro sono i principali temi che hanno indotto i tre sindacali conflittuali ad organizzare la manifestazione.

Lavoratori come carne da macello, la protesta davanti a Confindustria

Al centro della protesta di sabato prossimo ci sarà anzitutto lo sblocco dei licenziamenti fissato dal governo al 30 giugno. Una pressante richiesta di Confindustria a cui l’esecutivo ha risposto positivamente, sbugiardando lo stesso ministro del Lavoro Andrea Orlando che chiedeva di fissare la dead-line al 28 agosto.
«È vero che molti posti di lavoro sono andati persi anche quando c’era il blocco – osserva ai nostri microfoni Massimo Betti di Sgb – ma stiamo andando incontro ad una macelleria sociale».

Altro tema riguarda la deregolamentazione degli appalti, con la reintroduzione del massimo ribasso. Una misura che produrrà effetti sui salari e sulle condizioni lavorative delle persone. Gli organizzatori del presidio di sabato non condividono la strategia dei sindacati confederali di concertare col governo la percentuale di ribasso consentita, ma al contrario stanno cercando di aprire una vertenza generale proprio sulle condizioni di lavoro di quanti sono impegnati in appalti degli enti pubblici.
Accanto a ciò, il tema della sicurezza sul lavoro, vista l’esponenziale crescita dei morti dopo il calo dettato dalla pandemia.

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