Per le prossime elezioni regionali Potere al Popolo ha deciso di correre autonomamente, e ha presentato oggi per primo i suoi candidati per Ferrara, Parma, Modena, Bologna e Forlì-Cesena. Candidata alla presidenza della regione Emilia-Romagna è Marta Collot, classe ’93, lavoratrice precaria con una grande esperienza di sostegno alle lotte civiche e politiche globali. Ha lavorato nei Paesi Baschi, in Catalogna, è stata a Barcellona nella settimana del referendum per l’indipendenza dalla Spagna e ha seguito sul posto la guerra tra Isis e curdi sul fronte di Kobane, in Rojava.

Una lavoratrice precaria come molti all’interno del partito, che intende dare voce e occuparsi di “tutti coloro che sono esclusi dalla politica” attuale. Da qui anche la decisione di correre in queste regionali non all’interno di una coalizione di centrosinistra, ma autonomamente. “Crediamo che gli schieramenti odierni di centrodestra e centrosinistra rappresentino la stessa politica – ha detto Giorgio Cremaschi, portavoce nazionale di Potere al Popolo – Entrambi stanno con le imprese, con il profitto, con i ricchi. Noi vogliamo fare un’altra politica”.

“Cercheremo di spiegare perché l’Emilia di Bonaccini non è la più avanzata del mondo come lui sostiene”, ha affermato Cremaschi, che per quanto riguarda Lucia Borgonzoni (candidata alla presidenza per la Lega) ha ironizzato sul fatto che “non conosce nemmeno i confini della regione per la quale si candida”.
“Noi non proponiamo solo un diverso programma, ma una diversa visione di politica” ha poi continuato la candidata Marta Collot. “Al centro per noi ci sono le persone”. La “proposta complessiva”, come viene definita, di Potere al Popolo, vuole essere di rottura e di avanzamento rispetto “a un’altra tipo di politica” e s’incentra sulle parole chiave di lavoro, ambiente e servizi.

Sul lavoro, Potere al Popolo chiede un salario minimo di 9 euro all’ora come criterio indispensabile per aziende, cooperative e cordate che vogliano partecipare ad appalti regionali, nella logica di una lotta allo sfruttamento come centrale nella propria proposta politica. Sull’ambiente, ritiene necessaria l’abolizione della Legge regionale sull’urbanistica, dando la precedenza a “piccole opere che siano realmente incisive per le persone, e alla riqualificazione di quelle già esistenti”, come ha ribadito Collot. Per quanto riguarda i servizi, da Potere al Popolo arriva un grande no all’autonomia differenziata, “perché smantella servizi e diritti dei cittadini”. Collot ha inoltre parlato di un “ipocrisia del ceto politico” sulla questione della Siria, e si è detta stufa del continuo clima emergenziale che si respira in campagna elettorale: “quello che vogliamo è una pianificazione sul lungo periodo” ha concluso.

Sara Spimpolo

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