Nel momento in cui si pone l’obiettivo di “trasformare” la vita delle persone anche agendo sui loro contesti di vita, il lavoro sociale è inevitabilmente politico. E il lavoro sociale si deve porre sempre l’obiettivo di trasformare la vita delle persone, ampliandone strumenti e opportunità, generando uguaglianza.

Ma quanta consapevolezza di questo c’è negli operatori sociali? E quanto il discorso si lega alle precarie condizioni contrattuali di molti, troppi lavoratori del settore?

Nei giorni scorsi, a Torino, in occasione del suo cinquantenario, su iniziativa della rivista Animazione Sociale si è tenuta una tre giorni d’interventi, confronti e laboratori sul tema. Noi c’eravamo e tra le altre cose, abbiamo intervistato alcuni tra i relatori sul tema.

Chiara Saraceno, sociologa, molti e importanti i suoi studi sui temi della povertà, dell’emarginazione e delle politiche sociali in generale. 

Elena Granaglia, docente ordinario di Scienza delle Finanze (Università Roma Tre) e membra del Forum Disuguaglianze Diversità.

Roberto Camarlinghi, giornalista, della direzione di Animazione Sociale.