Nel corso del comitato direttivo regionale Fiom di Bologna, presentata la carta rivendicativa dei metalmeccanici. Rappresentanza e contratto nazionale i punti fondamentali. Intanto respinto il ricorso del sindacato contro la mobilità decisa dall’azienda per 19 operai, contestuale all’obbligo di reintegro per altri 19 iscritti Fiom.
Difendere il lavoro e gli investimenti industriali. Ristabilire la democrazia sul posto di lavoro. Questi, insieme al contratto nazionale, i temi forti del Comitato direttivo regionale Fiom, svoltosi a Bologna.”Chi lavora va riconosciuto come persona che ha dei diritti e che li esercita votando per i sindacati e per i contratti che vuole” afferma il segretario nazionale Maurizio Landini.
Quanto al problema dell’Ilva, Landini sostiene che sia necessario “difendere il sistema siderurgico, fondamentale per questo paese” I 4 miliardi, che la famiglia Riva non riesce ad assicurare, devono arrivare, secondo il segraterio, attraverso un impegno diretto dello Stato.
Necessaria, per Landini, una legge sulla rappresentanza perchè si continua a praticare l’accordo separato, lesivo dei diritti dei lavoratori. “E’ come se” afferma il segretario Fiom “alle elezioni politiche si decidesse che possono votare solo quanti sono iscritti ai partiti. La democrazia è la condizione per costruire un lavoro con diritti“.
Su quanto detto dal premier dimissionario Landini, ritiene che “le affermazioni di Monti costituiscono un ritorno all’800”
Sollecitato a rispondere agli attacchi di Grillo ai sindacati, il segretario nazionale è netto:”Inviterei Grillo a lasciare ai lavoratori e alle lavoratrici il diritto di scegliersi i sindacati che ritengono opportuni. Anzi, s’impegni in Parlamento a fare una legge sulla rappresentanza. Faccia scegliere ai lavoratori di poter decidere sui contratti, solo così si può ricostruire l’unità sindacale”.
“Partiamo dal presupposto che il contratto nazionale non esiste più, perchè l’intesa siglata (da Federmeccanica, Fim e Uilm, ndr) lo cancella,” ha continuato Landini, facendo riferimento alla possibilità di nuove vertenze, “abbiamo bisogno che i lavoratori votino per certificare il fatto che abbiamo il consenso della maggioranza dei metalmeccanici. Vogliamo aprire vertenze aziendali o territoriali per impedire che sia applicata l’intesa, e per introdurre criteri che si fondino sulla contrattazione e sulla difesa dei diritti. In questo contesto, che il contratto sia aziendale o territoriale, poco importa, può essere utile perchè riafferma le condizioni per una riconquista di un contratto degno. Un contratto nazionale” conclude il segretario del sindacato dei metalmeccanici “ha la caratteristica di garantire gli stessi diritti, a prescindere dall’azienda e dal luogo in cui si lavora.”
Nelle stesse ore in cui si svolgeva il comitato direttivo, il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso della Fiom contro la procedura di mobilità per 19 operai di Pomigliano. Fabbrica Italia Pomigliano aveva annunciato la mobilità per 19 lavoratori, subito dopo che la Corte d’Appello di Roma aveva dichiarato l’obbligo per il Lingotto di reintegrare 19 iscritti Fiom. Alle polemiche per l’atteggiamento ritorsivo, antisindacale e illegittimo, era seguito il ricorso Fiom, oggi respinto dal Tribunale capitolino.
Francesco Ditaranto