Grande partecipazione di pubblico oggi a mezzogiorno in Piazza del Nettuno in solidarietà con il centro sociale di via Orfeo 46. Gli attivisti dell’ex Caserma Masini annunciano una serie di iniziative che porteranno ad un corteo di protesta contro lo sgombero il 9 settembre. GUARDA LE FOTO.
“Ancora una volta vince la paura, vince la città degli spazi chiusi”.
Parla Tommaso, attivista di Làbas, in una Piazza del Nettuno gremita di cittadini che hanno deciso di manifestare il proprio sostegno all’occupazione del centro sociale Làbas. Pur in una Bologna semi deserta, pur sotto il sole di mezzogiorno, sono tanti ad aver presenziato in occasione delle prime parole rilasciate dai militanti dopo lo sgombero di questa mattina.
Parole dure nei confronti di un’amministrazione comunale ritenuta fallimentare nel rappresentare le realtà del tessuto urbano, un’amministrazione che persegue un disegno di città esclusivista, mentendo ogni qual volta si fosse detta disponibile alla contrattazione e al dialogo.
Stamattina, dalle prime luci dell’alba, erano tanti anche gli attivisti internazionali accorsi a Bologna per dare una mano nella ristrutturazione di uno degli spazi sociali più frequentati in centro. Secondo gli attivisti di Làbas, invece di apertura e socialità, questi volontari hanno potuto osservare ben da vicino i sintomi di un’Italia stretta nella morsa dei decreti Minniti e di una Bologna sempre più orfana di un’amministrazione capace di intavolare una comunicazione politica e non violenta con gli spazi autogestiti.
Gli attivisti dell’ex Caserma Masini hanno denunciato una sostanziale stucchevolezza, da parte del Comune, nel parlare di “autonomia della questura e della magistratura”. Ad essere criticato è, in particolar modo, l’atteggiamento di totale permissivismo del sindaco Virginio Merola nei confronti della questura e l’inottemperanza ai suoi propositi di dialogo. Le ragazze e i ragazzi di Làbas hanno sottolineato l’assurdità di un’azione del genere nei riguardi di una realtà che ha da sempre un bacino di partecipazione trasversale, dalle famiglie agli studenti, e che si era da tempo ben inserito nella realtà di Santo Stefano fornendo uno spazio di aggregazione ai residenti del quartiere e non solo.
Per quanto riguarda il bilancio dello sgombero di stamattina, gli attivisti parlano di una decina di feriti ma di nessun fermo o arresto. Alcuni cittadini hanno, inoltre, denunciato la scomparsa di effetti personali donati in passato all’ex Caserma e ai migranti ospitati presso il dormitorio sociale Accoglienza Degna. Una donna residente nel quartiere ha dichiarato di aver ricevuto come risposta dalla polizia il suggerimento di “fare un elenco, e venirli a prendere”.
In risposta alle azioni della questura e di Palazzo d’Accursio (il cui ingresso è oggi sbarrato da un cordone di polizia), è stata indetta una serie di iniziative che porteranno ad un corteo il 9 settembre, per manifestare solidarietà all’autogestione di via Orfeo 46.
Domani alle 17 il mercatino di campi aperti che ogni mercoledì occupa il piazzale interno dell’ex Caserma dedicato alla Brigata Irma Bandiera sarà presente nel parcheggio di Piazza del Baraccano.
Per il 30 agosto è indetta un’assemblea cittadina (luogo ancora da stabilire) per organizzare il corteo del 9 settembre a richiesta della riapertura degli spazi dell’ex Caserma Masini.
Testo e foto di Cristiano Capuano