In questi giorni la questione della violenza sulle donne sta diventando particolarmente visibile a livello mediatico e politico. Anche grazie al coraggio della sorella Elena Cecchettin, il femminicidio di Giulia Cecchettin ha dato vita ad un’ondata di consapevolezza sul fenomeno della violenza sulle donne, che in questo momento trova infatti ampio spazio in televisione e sui giornali. Ma se ne sta parlando veramente nella maniera corretta? Oggi forse più che mai è necessario parlare di vittimizzazione secondaria e degli errori da evitare nel parlare di violenza. All’interno del programma del Festival La Violenza Illustrata c’è un evento dedicato proprio a questo tema, che vedrà la partecipazione di figure di spicco del mondo giornalistico e giudiziario, esempi virtuosi nei rispettivi ambiti. Il 1° dicembre alle ore 15:30 si terrà infatti nella Sala Anziani di Palazzo d’Accursio la conferenza dal titolo “La vittimizzazione secondaria in ambito giudiziario e massmediologico: un cambiamento è possibile?”.
Vittimizzazione secondaria: l’evento all’interno del Festival La Violenza Illustrata
L’incontro si concentra sul concetto di ‘vittimizzazione secondaria’, ossia il fenomeno per il quale chi ha subito violenza viene difatti incolpato di ciò che ha subito, di cui è un classico esempio la frase purtroppo nota “certo, se ti vesti così, ovvio che attiri l’attenzione”. «La vittimizzazione secondaria avviene quando una donna che ha subito violenza ne subisce un’altra, cioè subisce un’altra violenza da parte di soggetti che non sono gli autori della violenza proprio nel momento in cui sceglie di denunciare. La vittimizzazione secondaria si verifica dunque attraverso la risposta che le istituzioni e altri soggetti ancora danno alla vittima, ponendo la responsabilità dalla persona che ha commesso la violenza alla persona che l’ha subita» descrive la giornalista del Post e femminista Giulia Siviero, che sarà relatrice dell’incontro.
L’evento ha un intento formativo ed è rivolto a figure professionali dell’ambito giuridico, giornaliste e giornalisti e cittadinanza. La riflessione che si vuole introdurre, infatti, ricorda come nella copertura mediatica, i casi di violenza di genere e femminicidio spesso si concentrino sulla donna e sulle sue scelte personali, mentre le responsabilità dell’uomo coinvolto troppo spesso passino in secondo piano. Questa stessa inclinazione è riscontrabile anche in ambito giuridico, dove si rileva il persistere di pregiudizi di genere e patriarcali.
Il discorso verrà strutturato in due fasi: una prima di intervento delle relatrici e dei relatori e una seconda di intervento dal pubblico e discussione aperta. Interverranno per approfondire il discorso in ambito giuridico Fabio Roia, presidente Vicario del Tribunale di Milano, Lucia Russo, procuratrice della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Bologna e la penalista e vice presidente di D.I.Re Elena Biaggioni. Il dialogo sarà completato dalle giornaliste Giulia Siviero e Claudia Torrisi e soprattutto sarà guidato dalle voci delle operatrici della Casa delle donne Elsa Antonioni e Giulia Nanni.
Gli spunti di discussione sono tanti ma è importante l’obiettivo della conferenza: quindi da dove si deve partire per raggiungere un cambiamento? «Sarebbe necessario fare un grandissimo lavoro di formazione sulla violenza di genere e andrebbe poi modificato profondamente come la giustizia risponde alle donne, troppo spesso intrisa di pregiudizi sessisti; dal punto di vista dei media invece sarebbe sufficiente dare un’informazione buona, completa, informata per informare. Non serve solo la volontà di farlo, è necessario affidarsi alle femministe e servono soprattutto moltissimi soldi» risponde Giulia Siviero.
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIULIA SIVIERO: