I Capobranco si possono definire come una band alternative indie rock, con sonorità funk e se vogliamo anche punk. Si formano a Padova nel 2012, ma è nel 2014 che incidono per Jetglow Recordings il loro primo LP. Dimostrano fin da subito una lingua tagliente, infatti nei testi non tralasciano di dire la propria su alcuni personaggi dello showbiz ritenuti un po’ sopravvalutati.

Dopo oltre 40 concerti in Italia e all’estero nel 2016 esce, sempre per Jetglow Recordings, “Il grande zoo“, l’atteso secondo lavoro in studio del Capobranco.
Prodotto da Cristopher Bacco e acclamato dalla critica di settore anche per il pungente sarcasmo dei testi, “Il grande zoo” è la coerente evoluzione dell’album d’esordio: la band esprime un rock deciso e trascinante, evidentemente sporcato da inconfondibili ritmiche funk.

A maggio 2018 la band vola dal leggendario Steve Albini (Nirvana, Foo Fighters, Pixies, PJ Harvey) a registrare il terzo album nei suoi studi di Chicago. “Conoscendolo di fama ed essendo tutti noi fan dei suoi lavori, sapevamo che il suo modo di lavorare era il più adatto a catturare il groove di una band. – Ha affermato Valerio Nalini, bassista – Steve Albini lavora registrando in presa diretta tutti i musicisti che suonano insieme (sono in pochi a farlo), ha ascoltato il materiale e, nonostante avesse un’agenda fittissima, siamo riusciti a prendere appuntamento e siamo volati a Chicago”. Tutte le lavorazioni, incluso il mastering realizzato in California, sono state effettuate in analogico per preservare la naturalezza delle sonorità della band.

In dipendenza” è il titolo di questo disco, in uscita per Jetglow Recordings, presentato per la prima volta dal vivo il 25 gennaio 2019 all’Hall di Padova. Ne hanno parlato ai microfoni della nostra radio, all’interno del programma Fermata Provvisoria.

L’indipendenza è il tema conduttore dell’album che mescola il tema delle dipendenze (sia fisica sia emotiva), la ricerca di una libertà da questa schiavitù e poi naturalmente l’indie come genere che va di moda. E proprio parlando di indie affermano “È un genere che cambia definizione, per esempio adesso per indie si intende il pop italiano, mentre 15 anni fa era il rock inglese. E’ proprio in contrasto con il termine. L’indie nasce come movimento musicale che si distacca dallo strapotere delle magior musicali, è quello che veniva chiamato ‘autoproduzione’. L’indie italiano è tutto major!”.

Un disco composto da 10 tracce, di cui sono estratti i singoli “Indiependenza“, “In dipendenza” e “Fuori dal tempo“, l’ultimo dei quali ha raggiunto nel marzo scorso la Top 30 dei brani indipendenti più trasmessi dalle radio italiane.

Carlotta Curti

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