La calvizie – nome comune dell’“alopecia” – è una condizione che interessa moltissimi individui e che provoca la parziale o totale caduta dei capelli.
Le cause scatenanti sono molteplici: fattori genetici, carenze nutrizionali, forte stress, malattie come l’anemia. Oltre all’utilizzo di determinati tipi di farmaci che interferiscono con la normale funzionalità dei bulbi piliferi.
Le tipologie di alopecia
Possono essere colpiti dalla calvizie individui di ogni sesso ed età, a seconda soprattutto della tipologia: l’alopecia androgenetica, come fa intendere il nome, interessa tipicamente il genere maschile e provoca una consistente caduta dei capelli a livello della parte superiore del capo e delle tempi.
L’alopecia da trazione, al contrario, riguarda maggiormente le donne anche giovanissime, ed è provocata da stress subiti dai capelli come quelli dovuti ad un uso scorretto e prolungato di phon, tinte e piastre. Infine l’alopecia areata, infine, può colpire sia uomini sia donne in età adulta e provoca la perdita di capelli a chiazze circolari.
Indipendentemente dal tipo e dalle cause scatenanti, comunque, la calvizie genera non pochi problemi psicologici e sociali in chi ne è interessato, ed è per questo che da sempre si sono cercate le soluzioni più disparate per ridurre o mascherare la perdita dei capelli, come ad esempio shampoo e lozioni anticaduta, parrucche, parrucchini e toupet oppure tecniche di trapianto.
Negli ultimi anni, però, si sta diffondendo anche un altro metodo per far fronte alla calvizie, innovativo e poco invasivo: stiamo parlando della tricopigmentazione https://tricodermostyle.com/tricopigmentazione/ .
Vediamo dunque subito più nel dettaglio di cosa si tratta e in cosa consiste.
Tricopigmentazione: cos’è, effetti e vantaggi
Con questo termine si intende un trattamento di dermopigmentazione medicale il cui scopo è quello di inserire a livello del cuoio capelluto dei piccolissimi pigmenti di colore mediante uno strumento chiamato dermografo; i pigmenti così accumulati nello strato più superficiale del derma ricreeranno l’effetto visivo di capelli veri.
Ci troviamo dunque di fronte a quello che a prima vista appare come un normale e classico tatuaggio, ma così non è (nonostante, per comodità, la pratica della tricopigmentazione venga spesso definita “tatuaggio di capelli”).
La principale differenza sta però nel fatto che i pigmenti usati nella tricopigmentazione non sono permanenti, a differenza di quanto invece accade con quelli dei tatuaggi tradizionali. Ecco perché infatti risulta necessario, per mantenere l’aspetto estetico ottenuto, sottoporsi a più sedute di tricopigmentazione, con una frequenza variabile a seconda del trattamento di partenza (generalmente da una volta all’anno ad una volta ogni quattro-cinque anni). Questo fatto può essere considerato negativo da molti, ma ha anche l’indubbio vantaggio di consentire di apportare eventuali “correzioni” laddove il risultato finale non fosse quello desiderato.
Si può ricorrere alla tricopigmentazione al fine di mascherare una calvizie importante ed estesa oppure un diradamento areato, creando un “effetto rasato” che nasconde l’assenza dei capelli naturali e permette a
quelli che ancora ci sono di sembrare più folti.
Questo trattamento, oltre a essere molto semplice e indolore nell’esecuzione, è anche estremamente sicuro, in quanto i pigmenti utilizzati sono anallergici e biocompatibili col cuoio capelluto, dal quale vengono assorbiti senza problemi.