Un progetto che favorisce l’educazione alla sessualità ha provocato forti reazioni di indignazione della destra sia emiliano-romagnola che nazionale. Si tratta della Tabooteca, ospitata presso il Centro di Documentazione delle Donne, nata da un’idea dell’Associazione Orlando con il sostegno di Non Una di Meno, Mujeres Libres e Cassero, che ha il sostegno economico della Regione Emilia-Romagna ottenuto attraverso un bando.
Tanto è bastato per sollevare le proteste della consigliera regionale di Fratelli d’Italia Marta Evangelisti, cui sono seguite altrettante critiche da parte di gruppi consigliari comunali Bologna ci piace e Lega, fino ad arrivare a quotidiani conservatrici o reazionari e fascisti, come il Giornale e il Primato Nazionale.

Tabooteca, per la destra l’educazione alla sessualità spetta esclusivamente alla famiglia

«Mettiamo a disposizione una serie di giochi in scatola e strumenti didattici sull’educazione alla sessualità. Vogliamo dar vita a un percorso dove giocando si arriva alla conoscenza del corpo e ad averne rispetto, ci si educa al consenso, si possono sfatare quelli che si considerano ancora oggi tabù». È così che viene spiegato il progetto della Tabooteca da parte delle sue ideatrici, ma il solo fatto di parlare di sessualità ha evidentemente scatenato il riflesso pavloviano della destra.
Eppure, l’educazione alla sessualità potrebbe essere un ottimo strumento di prevenzione della violenza di genere e per una rispettosa gestione dei rapporti sentimentali.

«Pare che la sinistra sia d’accordo con la promozione della sessualità e dell’ideologia di genere a bambini dai due anni e mezzo in su – scrivono i consiglieri comunali bolognesi Samuela Quercioli e Matteo Di Benedetto – Per altro questo progetto trova casa proprio in spazi comunali, oltre che finanziamenti dalla regione Emilia-Romagna (fondi per le pari opportunità 2021-2022). Sentirsi dire che possiamo stare tranquilli perché saranno educatori a portare questi progetti ai bambini di Bologna non ci rincuora, ma conferma le nostre preoccupazioni».
Lega e Bologna ci piace vanno anche oltre, sostenendo che «il primato (dell’educazione sessuale, ndr) è e deve rimanere dei genitori, nonostante la volontà di indottrinamento ideologico di certe forze politiche». Per questa ragione viene chiesto al Comune di fare un passo indietro e prendere «le dovute distanze da questo progetto».

«Vogliono meno conoscenza e censurano»: la risposta dell’associazione Orlando

Dopo una prima risposta sui social alle polemiche, la presidente dell’Associazione Orlando, Samanta Picciaiola, risponde ai nostri microfoni. «Anche nel caso di Tabooteca abbiamo visto il ripetersi di un identico copione – rileva Picciaiola – È comparso un comunicato in una delle pagine social di una delle organizzazioni che ci ha attaccate e in maniera quasi simultanea questo comunicato è stato riproposto in maniera quasi identica in una serie di articoli di stampa su testate che sono ideologicamente vicine a queste organizzazioni e, cosa incredibile, lo abbiamo ritrovato immutato nelle argomentazioni poste nelle interpellanze poste a livello comunale e regionale».
In altre parole, l’attacco delle destre alla Tabooteca è apparso organizzato e congiunto, con un comunicato che si è trasformato in una sorta di fonte accreditata.

La presidente di Orlando rivendica l’autonomia dell’associazione, tratto che serve ad allargare lo spazio della partecipazione. «Io mi chiedo come sia possibile vedere all’interno di un’interpellanza, come quella presentata in Comune venerdì scorso, la richiesta di revoca di concessione degli spazi pubblici del Centro delle Donne all’Associazione Orlando – lamenta Picciaiola – È molto difficile immaginare che sia possibile desiderare la restrizione degli spazi di partecipazione».
Il rischio, seconda la presidente di Orlando, è che vi sia un problema per tutto il mondo associativo, non solo quello femminista.

Gli spazi di donne, del resto, hanno dimostrato di essere anche luoghi di elaborazione politica. Gli attacchi ricevuti per la Tabooteca, dunque, vengono letti anche come un tentativo di limitare gli spazi di elaborazione politica delle donne.
«Constatiamo un’eccezionale proattività di queste organizzazioni non tanto in termini propositivi – evidenzia ancora la presidente di Orlando – ma di censura rispetto alle attività di altre associazioni. Poi è chiaro che c’è una visione conservatrice fondata sull’idea che sia necessaria non più conoscenza, ma meno conoscenza». In ogni caso, però, è anomalo nel gioco democratico che vi siano realtà sociali il cui scopo sembra essere quello di limitare l’azione di altre.

ASCOLTA L’INTERVISTA A SAMANTA PICCIAIOLA: