Dopo le polemiche scoppiate in seguito alle dichiarazioni di Elisabetta Franchi sulle donne under 40, il lavoro e la maternità, le grane per la stilista non sono terminate. La sua società Betty Blue, infatti, è stata condannata per condotta antisindacale in una causa intentata dalla Filcams Cgil, assistita dall’avvocata Clelia Alleri e dal collega Bruno Laudi.

Condotta antisindacale: condannata la Betty Blue di Elisabetta Franchi

La condotta antisindacale della Betty Blue è dettagliata nella sentenza. Oltre al rifiuto di un confronto col sindacato sul tema del lavoro straordinario delle lavoratrici, la società di cui Franchi è amministratrice unica, però, impartì un ordine di lavoro straordinario durante uno sciopero proprio degli straordinari indetto dalla Filcams Cgil, su cui in seguito è inoltre stato gettato discredito in una lettera dell’azienda alle lavoratrici. Infine il giudice imputa alla società l’illegittimità delle contestazioni disciplinari, utilizzate a scopo intimidatorio, quindi antisindacale.

Per queste ultime, in particolare, la sentenza afferma: «ritiene il giudicante che la reiterata elevazione di contestazioni disciplinari a carico di un gruppo di lavoratrici che già avevano manifestato la loro volontà di aderire allo stato di agitazione promosso dal Sindacato ricorrente costituisca, di per sé, comportamento intimidatorio ed evidentemente finalizzato a scoraggiare l’adesione dei dipendenti allo sciopero dello straordinario, legittimamente proclamato».

Nel dispositivo della sentenza, la giudice Chiara Zompi «accerta e dichiara l’antisindacalità della condotta della convenuta Betty Blue Spa, consistente nell’esercizio del potere disciplinare, mediante l’invio delle lettere di contestazione del 23 e 25 novembre 2021 e dell’8.4.2022, a carico delle lavoratrici aderenti allo stato di agitazione e allo sciopero degli straordinari proclamato da Filcams Cgil; ordina alla resistente di cessare la predetta condotta antisindacale, di non dare seguito a tali contestazioni e di astenersi per il futuro dall’utilizzare il potere disciplinare per limitare l’esercizio della libertà sindacale e del diritto di sciopero».

Accanto a ciò, Betty Blue dovrà affiggere il provvedimento giudiziario nella bacheca aziendale per 20 giorni e la sua pubblicazione a proprie spese, sulle pagine locali dei quotidiani ”Il Resto del Carlino” e “Repubblica” e condanna la società della stilista a pagare 8815 euro di spese.
Una parte del ricorso della Filcams, quello relativo alla gestione degli straordinari, è stato invece respinto, poiché il giudice ha ritenuto che l’azienda non debba necessariamente confrontarsi preventivamente coi sindacati.