“L’equità nel diritto alla salute: il contrasto alle diseguaglianze nella città di Bologna”: l’indagine quantitativa e qualitativa d’impostazione multi metodologica e interdisciplinare, esposta di recente in Sala Borsa alla presenza delle autorità istituzionali della regione e del comune, mette in evidenza le difformità d’accesso alla salute tra i sei quartieri della città.

Tale studio, frutto del lavoro di un gruppo di esperti coordinati da Ivo Quaranta e Chiara Bodini del Centro di Salute Internazionale e Interculturale del Dipartimento Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, rileva, attraverso un’accurata mappatura degli accessi alle strutture sanitarie, che le aree della città con maggior carenza di rete di trasporti, assenza di spazi di aggregazione a libero accesso e in generale, con meno opportunità educative, sono quelle più in sofferenza, con il maggior carico di patologie, non necessariamente riconducibili al solo disagio mentale.  Gli indicatori di qualità sanitari, in sostanza, vanno di pari passo con quelli socio-economici.

Il report: i risultati

Dunque, i poveri si ammalano di più e si curano di meno. Non è certo una novità, ma oggi le diseguaglianze non riguardano più solo il nord e il sud del paese, sono interne alle città e Bologna, nota in passato per l’eccellenza dei suoi servizi, non ne è immune. Ciò richiama anche gli amministratori del nostro territorio al dovere di rimettere al centro delle politiche cittadine il tema del diritto alla salute per tutti, contrastando con gli opportuni interventi sociali ed educativi, l’isolamento in cui versano ormai da tempo le aree più periferiche della nostra città.

Di seguito la nostra intervista a Ivo Quaranta.

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