È fortissima e per questo impressionante la risposta di popolo al disastro climatico in Emilia-Romagna. Dopo la devastazione prodotta dalle acque, con alluvioni e frane, la solidarietà non ha atteso un minuto e da subito si sono messe in moto vere e proprie macchine organizzative che hanno portato nei luoghi più colpiti centinaia di persone. Oltre all’autorganizzazione delle comunità piagate dalla catastrofe, tra chi ha perso tutto ma non si è fatto prendere dallo sconforto, le città romagnole sono state raggiunte da decine e decine di volontarie e volontari, in maggioranza giovani, che hanno sentito l’urgenza di dare una mano.

Disastro climatico in Emilia-Romagna, la risposta di popolo

Tra le realtà più strutturate nella solidarietà troviamo Plat – Piattaforma di intervento sociale, che da Bologna ha costruito una macchina organizzativa molto articolata. Oltre alla raccolta di aiuti, che ha stipato i magazzini al punto che oggi e domani la raccolta è sospesa, ogni mattina alle 11.00, da via Niccolò Dall’Arca di Bologna partono squadre di volontarie e volontari dirette nelle zone maggiormente colpite dal disastro climatico.
«Ieri da Bologna sono partite 100 persone – racconta Luca di Plat – dirette a Solarolo, Castel Bolognese e Faenza».

Per coordinare gli aiuti, Plat ha realizzato un canale Telegram dove vengono date le coordinate geografiche, vengono esposte le necessità, vengono coordinate le attività solidali. Per fare il punto della situazione, domani sera ci sarà un’assemblea organizzativa nella sede di via Niccolò Dall’Arca.
Ma l’aiuto messo in piedi da Plat vuole avere anche una natura politica. «Non è una precipitazione abbiamo detto tante volte in questi giorni, è crisi climatica», sottolinea Luca. Proprio per questo, accanto agli aiuti materiali, Plat continua a organizzare assemblee politiche. La prossima sarà sabato 27 maggio in piazza Maggiore.

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Il contributo degli ecologisti: pale e stivali contro il fango

Anche gli ecologisti non si sono limitati a denunciare, drammaticamente inascoltati, i rischi della crisi climatica, ma hanno imbracciato pale e calzato stivali per aiutare le popolazioni colpite a liberare case e strade dal fango.
È il caso, ad esempio, di Extinction Rebellion, Ultima Generazione e Fridays For Future di Bologna, che da venerdì sono presenti per aiutare nei luoghi colpiti.
«Noi siamo stati attivi soprattutto a Faenza – racconta ai nostri microfoni Pasquale Pagano di Extinction Rebellion – Lì la situazione è catastrofica. Abbiamo trovato masse di fango melmoso, che è più facile rimuovere, ma che ostacolano i trasporti».

Gli strumenti di lavoro, come pale, stivali, pompe e idrovore, in ogni caso, vengono messi a disposizione dalla popolazione, in un clima di collaborazione e solidarietà che è stato riscoperto.
Il lavoro che viene svolto da volontarie e volontari è di due tipi: pulizia delle cantine e delle case da un lato, rimozione di mobili e suppellettili dall’altro.
«Con il sole il fango tenderà a cementificare – avverte l’attivista di Extinction Rebellion – quindi sarà più difficile rimuoverlo».

L’associazione ecologista nei giorni è stata tirata in ballo dal direttore del Tg7, Enrico Mentana, che in un post dall’alto contenuto paternalista e basato su informazioni palesemente false, “invitava” gli ambientalisti ad andare a spalare.
Non contento della disinformazione prodotta e contestato da centinaia di commenti, Mentana non ha chiesto scusa, ma ieri ha scritto un ulteriore post contestando l’azione di Ultima Generazione presso la Fontana di Trevi.
«Significa che ciò che stiamo facendo sta funzionando – osserva Pagano – perché il sistema tossico che contestiamo, di cui figuri come Mentana e La Russa fanno parte, agisce per logiche divisorie, il divide et impera che crea confusione e nella confusione guadagna chi ha più potere».

L’invito che gli ecologisti rivolgono a Mentana e La Russa, dunque, non è tanto di andare a spalare, perché le persone che aiutano ci sono, ma di andare a vedere la situazione. «Magari, sporcandosi gli stivali di fango, possono lasciare la boria da parte, pentirsi della loro presunzione e rivestirsi da umani, perché in momenti come questi puntare il dito su di noi è un atto inumano, oltre che sciacallaggio mediatico».

ASCOLTA L’INTERVISTA A PASQUALE PAGANO:

I migranti e l’aiuto alle popolazioni alluvionate

Altre fake news che circolavano negli ultimi giorni avevano un sapore razzista. In particolare si sosteneva che le persone migranti non stessero aiutando in alcun modo le persone colpite dalle alluvioni. Il racconto per immagini del fotografo documentarista Filippo Venturi, però, ha smentito queste voci.
È nel quartiere Romiti di Forlì che il fotografo ha incontrato Abdul, un ragazzo del Senegal residente in un condominio della zona. «Mi ha raccontato che nel suo condominio sono presenti molte persone anziane, che fanno fatica a pulire in modo così prolungato – racconta Venturi – Per questo ha chiamato alcuni suoi amici, tutti senegalesi come lui, e una ventina è arrivata a dare una mano».

ASCOLTA L’INTERVISTA A FILIPPO VENTURI: