La Consulta degli emiliani nel mondo subisce un leggero taglio di risorse, ma non viene cancellata nonostante gli annunci. Protestano le opposizioni e l’Idv. Barbati: “Ci sono già altri organismi che si occupano dei nostri concittadini all’estero. Che senso ha mantenerla in vita?”.

È giallo attorno alla Consulta degli emiliani nel mondo. L’organismo già al centro delle polemiche per gli alti costi (3 milioni di euro dal 2009 al 2012) e la dubbia utilità, doveva essere cancellato o fortemente ridotto, almeno stando alle dichiarazioni di ottobre del sottosegretario alla presidenza Alfredo Bertelli.
Quest’oggi, invece, viale Aldo Moro ha presentato solamente una piccola riduzione delle spese (attorno al 15%), che ha scatenato le polemiche delle opposizioni e dell’Italia dei Valori.

“Esistono diverse entità che si occupano delle relazioni con i nostri concittadini all’estero – osserva Liana Barbati, consigliera regionale Idv ai nostri microfoni – Dal 2010 noi chiediamo che ci sia maggiore coordinamento tra i diversi uffici, in modo da ridurre le spese”. Secondo la consigliera Idv, infatti, le competenze e le attività seguite dalla Consulta potrebbero essere tranquillamente assorbite da un assessorato, quindi senza costi aggiuntivi per il bilancio regionale, quindi per la collettività.

Tra i banchi dell’opposizione arrivano attacchi ben più diretti alla giunta: “Hanno preso tempo per affrontare una situazione di cui non trovano la quadra, anche politica”, accusa la consigliera Udc Silvia Noè. “La consulta è un regalo a qualche amico del Pd, piuttosto che un organismo utile”, tuona Galeazzo Bignami del Pdl.
“La giunta è spaccata. La vicepresidente Simonetta Saliera vorrebbe abolirla per fare cassa, il presidente Vasco Errani la vuole mantenere”, sostiene invece il grillino Andrea De Franceschi.

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