Mentre il presidente Stefano Bonaccini va a Roma per chiedere risorse al governo per il disastro seguito alle precipitazioni in Emilia-Romagna, iniziano a tracimare anche le critiche per le scelte politiche della Regione. Tra queste il disinteresse che viale Aldo Moro sembra mostrare per quattro leggi di iniziativa popolare su temi ambientali, una delle quali sul tema caldo del consumo di suolo, proposte da Legambiente e Rete Emergenza Climatica e ambientale (Reca).

Ecologisti propositivi: 4 proposte di legge ignorate dalla Regione Emilia-Romagna

Seguendo le procedure previste dalla stessa legge regionale sul tema della partecipazione, le realtà ecologiste avevano raccolto 7mila firme, contro le 5mila necessarie, per avanzare quattro proposte di legge di iniziativa popolare su temi ambientali. In particolare, i temi affrontati riguardano la ripubblicizzazione dell’acqua, l’energia, la gestione dei rifiuti e il consumo di suolo, argomento prepotentemente balzato alla ribalta in seguito ai disastri registratisi in Emilia-Romagna.

La procedura istituzionale prevede che, una volta depositate le firme, l’Assemblea legislativa abbia sei mesi di tempo per incardinare la discussione di merito delle proposte di legge di iniziativa popolare nelle commissioni competenti prima del voto in plenaria. A sei mesi dal deposito delle firme, però, le commissioni della Regione Emilia-Romagna non hanno discusso il tema e il regolamento prevederebbe che i testi delle leggi andassero direttamente in aula. «Noi ravvisiamo che ci sia il rischio che possano essere bocciate», spiega Davide Ferraresi di Legambiente Emilia-Romagna dal presidio realizzato questa mattina proprio in viale Aldo Moro.

La richiesta che gli ecologisti fanno, dunque, è quella di mandare le proposte in commissione e di aprire un confronto con le forze di maggioranza in Regione.
«I temi che poniamo sono tutti fondamentali – osserva Corrado Oddi di Reca – a maggior ragione rispetto alle drammatiche vicende che viviamo in questi giorni. Nelle nostre leggi sostanzialmente diciamo che bisogna invertire la tendenza delle politiche nazionali e regionali, bisogna contrastare il cambiamento climatico, mettere mano al dissesto idrogeologico e favorire i beni comuni e pubblici».

Secondo gli ecologisti, dunque, è un grave segnale di disinteresse o di mancanza di volontà politica che la Regione non abbia nemmeno incardinato le proposte di legge.
«Anche in questi giorni sentiamo dire che gli ecologisti dicono sempre no – sottolinea Oddi – Noi abbiamo fatto delle proposte precise, quindi chiediamo che vengano esaminate e si possa fare una discussione di merito». Qualora non si rimediasse, dunque, la partecipazione sbandierata dalla Regione Emilia-Romagna sarebbe solo una retorica priva di qualsiasi effetto.

ASCOLTA L’INTERVISTA A DAVIDE FERRARESI E CORRADO ODDI: