Il 16 febbraio scorso in Spagna è stata approvata in via definitiva una legge che, tra le altre cose, introduce il congedo mestruale. Si tratta di un congedo di tre giorni riservato alle donne che soffrono di dismenorrea, i dolori e le sofferenze causati dalle mestruazioni.
Nella Giornata Mondiale dell’endometriosi, la Regione Emilia-Romagna spinge per arrivare ad un’analoga legge nazionale anche in Italia.

Congedo mestruale, la Regione Emilia-Romagna chiede una legge nazionale

Oggi, 28 marzo, è la Giornata Mondiale dell’endometriosi. Si tratta di una malattia che colpisce le donne, determinata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero. L’endometriosi provoca un’infiammazione cronica dannosa per l’apparato femminile, che si manifesta tramite forti dolori e sofferenze.
Secondo i dati della letteratura scientifica circa il 10% della popolazione femminile in Europa è affetta da endometriosi e in Italia la stima riguarda quasi 3 milioni di donne.

In Emilia-Romagna, secondo i dati di viale Ado Moro, potrebbero esserne affette circa 98mila donne, ovvero il 10% di quelle in età fertile e, sempre sul territorio regionale, sono stati 896 i ricoveri per interventi chirurgici di endometriosi nel 2022.
Il condizionale (“potrebbero”) è d’obbligo, perché l’endometriosi è un problema piuttosto sommerso anche a causa di una scarsa attenzione nei confronti della salute sessuale femminile.

Ieri, alla vigilia della Giornata Mondiale, al question time dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna la consigliera regionale Roberta Mori ha interrogato l’assessora alle Pari Opportunità Barbara Lori, che ha raccolto l’invito e ha sostenuto che «mettere le donne nelle condizioni di curare o gestire i sintomi della dismenorrea, senza aggravi e inutili ulteriori sofferenze, è per noi fondamentale». L’assessora, in particolare, si impegna «a seguire, all’interno dei tavoli tecnici e politici nazionali, la proposta di elaborazione di una misura nazionale in merito».

«La nostra battaglia è a tutto campo rispetto alla salute della donna – spiega Mori ai nostri microfoni – Rispetto alle mestruazioni e agli stereotipi o alle barriere culturali e sociali un po’ colpevolizzanti siamo molto indietro, dobbiamo recuperare tanto».
Qualcosa, però, in Emilia-Romagna si muove. Ad esempio un liceo di Ravenna ha riconosciuto il congedo mestruale per studentesse o insegnanti che soffrono di dismenorrea.

La questione, però, non può essere lasciata alla sensibilità delle singole istituzioni o delle singole aziende, ma serve una legge nazionale, proprio sulla scorta di quanto ha fatto la Spagna.
«Per discutere di questi temi con appropriatezza e profondità – osserva la consigliera regionale – bisogna credere nella parità di genere, nell’autodeterminazione femminile e vedere gli elementi di discriminazione che sono ancora fortemente radicati in un contesto ancora patriarcale. Non so se la maggioranza parlamentare e il governo in particolare abbiano questa sensibilità, perché le ultime uscite della ministra Roccella o della premier Meloni non mi garantiscono questa attenzione. Ma è compito delle forze progressiste fare di tutto».

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