Lo aveva annunciato nei giorni scorsi e oggi lo ha ufficializzato davanti ai giornalisti. Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha intenzione di impugnare presso la Corte Costituzionale la nuova norma del governo Meloni sulla riduzione e il dimensionamento delle autonomie scolastiche.
L’Emilia-Romagna non è la sola ad aver deciso questa strada. Anche Campania, Puglia e Toscana, le altre Regioni governate dal centrosinistra, hanno annunciato la medesima iniziativa.

Il ricorso dell’Emilia-Romagna ai tagli sulla scuola

Sono due i punti dell’articolo della legge di Bilancio su cui la Regione Emilia-Romagna. «Da un lato vengono lese le competenze regionali – lamenta l’assessora regionale all’Istruzione, Paola SalomoniDall’altro l’articolo stesso dice che l’obiettivo del provvedimento è la riduzione delle istituzioni scolastiche, un obiettivo che riteniamo inaccettabile».
In particolare, il nostro territorio sarebbe interessato dal taglio di 15 autonomie scolastiche, ma per viale Aldo Moro i numeri non tornano. «Si dice che si dovrebbero avere almeno 900 studenti ogni dirigente scolastico – sottolinea Salomoni – mentre noi abbiamo in media 1000 studenti ogni dirigente scolastico, con punte di 1200 studenti per le scuole superiori».

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«Qui c’è un dialogo tra sordi e ne stanno succedendo un po’ troppe», è il commento di Bonaccini a proposito del provvedimento del governo, che non rispetta il confronto con gli enti locali e le parti sociali.
«Noi avremmo bisogno di norme che evitino lo spopolamento delle aree interne – continua Bonaccini – Questo provvedimento, invece, ci preoccupa perché il rischio è di classi più numerose nelle città, con un rischio di abbassamento dell’offerta formativa, e di penalizzare le aree più periferiche».
Il presidente della Regione si augura che il governo ci ripensi, ma annuncia già un’opposizione dura alla linea che ha intrapreso il governo, che è quello del taglio alla scuola e alla sanità pubbliche.

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