La polizia sta sgomberando l’occupazione di via Zago 1, ma gli occupanti sono saliti sul tetto. Nata nel maggio scorso in un ex centro di Cesare Ragazzi, La Rage voleva strappare allo spaccio un immobile abbandonato da tre anni.
Alle 7 di questa mattina polizia e digos si sono presentate in via Emilio Zago 1, nella struttura occupata a maggio scorso e ribatezzata La Rage. Gli occupanti hanno costruito delle barricate e sono saliti sul tetto per rallentare le operazioni di sgombero, chiamando anche a raccolta cittadini solidali che diano vita ad un presidio fuori dalla struttura.
Ai nostri microfoni un occupante racconta il senso e le attività dell’occupazione. “Abbiamo dato vita a laboratori creativi che esprimessero la rabbia che nasce da tutta la violenza che ci viene imposta da quando siamo nati – spiega l’occupante – La maggior parte delle nostre iniziative si svolgeva in cortile, ma avevamo anche dato vita ad un’aula studio, ad una palestra, ad un freeshop e avevamo fatto partire ad un progetto di autofinanziamento per una serigrafia”. Nella struttura dormivano anche alcune persone, che avevano problemi ad affrontare i costi degli affitti e dell’università.
Gli occupanti sono intenzionati a resistere e “a portare avanti una forma di vita diversa da quella che ci viene imposta”.
“Quando siamo entrati – prosegue l’occupante – abbiamo trovato un vero e proprio laboratorio per il taglio dell’eroina e noi abbiamo ripulito il posto”. Ora, con lo sgombero, gli attivisti temono che lo spazio torni alla situazione precedente e puntano il dito contro Comune e Questura: “Ci preferiscono tossici che ribelli“.
Intorno alle 13 sono circa 150 i solidali in presidio vicino allo stabile occupato e tenuti a debita distanza da un ingente dispiegamento di forze dell’ordine. Alcuni solidali riferiscono che agli occupanti arrampicatisi sul tetto non è concesso bere da questa mattina. Cominciate le operazioni di sgombero, le forze dell’ordine hanno impedito il passaggio di persone e cose – acqua compresa – allo stabile.