Tra le tante mobilitazioni di questo venerdì 26 marzo si annovera anche quella dei taxisti, che sono scesi in strada per sollecitare il governo ad occuparsi di loro. Se durante la pandemia il comparto ha perso dal 60 al 90% degli incassi, i ristori stanziati dal governo tardano ad arrivare.
«Stiamo ancora aspettando i ristori dell’agosto 2020 – spiega Franco Sarti di Unica Filt-Cgil – Non ci aspettiamo di fare guadagni, ma le imprese devono avere la liquidità per pagare i contributi».

Taxi, la protesta per ristori e vaccini

Qualcosa sul versante dei ristori sta facendo la Regione Emilia-Romagna, che ha appena aperto un bando per un contributo a quanti faranno domanda. Risorse, però, che non sembrano sufficienti e che non possono sollevare il governo centrale dall’impegno che si è assunto.
«Anche se non siamo servizio di linea – ricorda Sarti – siamo comunque un servizio di trasporto pubblico, che non ha mai smesso di operare».
La manifestazione bolognese di oggi si concluderà sotto la Prefettura, dove i taxisti contano di incontrare i funzionari della rappresentanza governativa.

Un altro tema centrale è quello dei vaccini. Data l’esposizione della professione, i taxisti chiedono di essere inseriti in una qualche lista di priorità e sottolineano la possibilità per gli operatori del settore di poter raggiungere un luogo di vaccinazione in pochi minuti, prevenendo anche gli sprechi di dosi.
Il sindacalista fa sapere che, su questo versante, sono attivi contatti con la Regione e con le aziende sanitarie.
Il ritorno alla normalità per il settore, in ogni caso, passa per la vaccinazione e comunque sarà in salita, perché Bologna viveva di turismo e visite per lavoro, che all’orizzonte non sembrano ripartire.

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