Se la scuola è chiusa per neve, elezioni o scioperi non percepiscono compenso. La protesta degli educatori dei servizi educativi contro gli appalti del Comune e per la continuità lavorativa. Il presidio in Comune: “Veniamo pagati a ore nonostante contratti a tempo indeterminato”.

Sono circa 300, spesso laureati e professionalizzati, dipendenti di cooperative sociali. Svolgono mansioni delicate per il sostegno di bambini disabili o con problematiche sociali nelle scuole di Bologna. E vengono pagati a cottimo.
L’Unione Sindacale di Base questo pomeriggio ha organizzato un presidio a Palazzo D’Accursio, a cui hanno partecipato gli educatori delle cooperative Agrifoglio e Dolce, che chiedono una continuità lavorativa non garantita dagli appalti del Comune.
“Se la scuola resta chiusa per le elezioni, per la neve o per lo sciopero delle insegnanti, noi non percepiamo compensi – spiega Rosella Chirizzi, delegata Usb – La stessa cosa succede d’estate, quando le scuole sono chiuse”.

La situazione, spiega la sindacalista, si è venuta a creare da due anni a questa parte, quando l’allora commissario Anna Maria Cancellieri ha messo mano agli appalti per i servizi scolastici gestiti da cooperative sociali.
“Sono stati fatti appalti al ribasso sulla pelle dei lavoratori – sostiene Chirizzi – oltretutto spezzettando i vari servizi con una logica che teneva in considerazione solo un presunto risparmio per le casse comunali, con un calo della qualità dei servizi stessi”.
In questo modo, gli educatori vengono pagati a ore e non hanno alcuna indennità se la scuola resta chiusa, nonostante la maggioranza di essi sia assunta con contratti a tempo indeterminato. E, ancor peggio, rimangono senza lavoro nei mesi estivi, poiché ciascun quartiere ha affidato i campi solari a società sportive, in cui operano lavoratori senza contratto, pagati con rimborsi spese.

Stanchi del silenzio dell’assessore Marilena Pillati, gli educatori hanno dato vita alla protesta in Consiglio comunale.
“L’assessore è intervenuta sul tema solo in un’udienza conoscitiva che si è svolta a dicembre – racconta Chirizzi – in cui ha detto che non poteva farci nulla perché gli appalti li aveva fatti la Cancellieri. Da quel momento in poi ha rimandato ogni incontro e non vuole darci risposte”.
Anche se l’attuale giunta ha ereditato gli appalti della gestione Cancellieri, ricordano i lavoratori, il Comune è comunque responsabile della qualità dei servizi offerti e della legalità dei contratti dei dipendenti delle cooperative.