Dopo Rosarno nulla è cambiato. Sabato 11 gennaio si terrà una giornata di sostegno alla resistenza contadina e bracciantile. Manifestazioni davanti ai supermercati Coop di Bologna, Livorno, Milano e Roma. Nel mirino le catene della Grande Distribuzione e il sistema di sfruttamento da cui traggono profitto.
Stop al “caporalato organizzato”. È questo lo slogan della giornata di mobilitazione prevista per sabato prossimo, 11 gennaio. L’associazione Sos Rosarno, che coordina la protesta, punta il dito contro la Gdo (Grande Distribuzione Organizzata) – di cui fanno parte grandi supermercati come Auchan, Carrefour, Esselunga e Coop – i quali impongono i prezzi di acquisto ai produttori agricoli. Prezzi bassissimi, che comportano l’abbattimento dei costi di manodopera e un sistema di sfruttamento di cui fanno le spese i braccianti stagionali, in gran parte migranti. Si parla di appena 5 centesimi che i braccianti percepiscono per ogni kilogrammo di mandarini raccolti, contro un prezzo praticato nei banchi dei supermercati che non fatica a raggiungere i 2 euro.
Nel mirino anche le multinazionali della logistica che gestiscono il flusso delle merci che circolano sul territorio nazionale – Sda, Bartolini, Tnt, Dhl, Gls – le quali appaltano il lavoro a cooperative che hanno istituito un sistema di vero e proprio “caporalato organizzato”, impiegando manodopera a basso costo immigrata.
Per queste ragioni viene lanciata la giornata di mobilitazione davanti ai supermercati Coop di Firenze, Bologna (Ipercoop centro Borgo e Nova), Livorno, Milano e Roma, dove a Largo Agosta avrà luogo la manifestazione principale. Lo scopo è quello di rivelare ai soci e consumatori Coop questa prassi generalizzata di pratiche scorrette della Gdo. L’azione informativa è volta a portare alla luce la falsa etica di Coop e degli altri gruppi della Gdo e rivendicare quindi un prezzo equo e sostenibile per produttori e consumatori.
A stretto giro è arrivata anche la risposta di Coop, che nega di acquistare arance o mandarini provenienti da Rosarno, ma in altre zone della Calabria e “con grande attenzione agli aspetti etici e qualitativi della produzione”. E ricorda oltre 1.100 controlli effettuati sulla filiera per certificare il rispetto dei diritti umani secondo lo schema SA8000.
Coop inoltre, sostiene di praticare prezzi più alti rispetto a quelli citati, senza però precisarne l’entità. Un giallo svelato dalla controreplica di Arturo Lavorato di Sos Rosarno, che spiega che i 5 centesimi al kilo per le clementine e i 2,5 centesimi al kilo per le arance sono il prezzo pagato ai braccianti, non ai produttori o agli intermediari.
Andrea Perolino