A partire dalla legge Gozzini, sono già trascorsi più di trentacinque anni, l’attenzione legislativa sui regimi di detenzione si è spostata maggiormente dall’aspetto punitivo a quello rieducativo, in particolare per i detenuti più giovani, reclusi all’interno degli istituti di pena minorili.
Ma è davvero così? La realtà ci racconta altro e se, com’ebbe a dire Voltaire, “il grado di civiltà di un paese si misura dalle sue carceri”, di strada da fare ce n’è ancora parecchia.
Al momento, il percorso di acquisizione di consapevolezza e rielaborazione dei vissuti dei ragazzi detenuti, pare gravare maggiormente sulle spalle di alcune figure professionali (educatori, terapeuti, animatori) che nell’organizzazione complessiva del sistema penitenziario.
Abbiamo sentito una di queste, Antonio Boccalupo, arteterapeuta, che dal 2011 presta la sua opera in favore dei ragazzi detenuti nell’Istituto penale minorile di Bologna di via del Pratello.