Non c’è una strada per arrivare a Campeda, paesino sperduto nell’appennino tosco-emiliano e sconosciuto al suo stesso sindaco, ma Lorena Grattoni ci porta ancora a scoprirne i segreti con “La pistola di Antonio Ferdinando Navarro”.

Un paesino isolato tra i boschi si tinge ancora di giallo

Già per “Morte in canonica”, infatti, l’autrice bolognese aveva scelto Campeda, «vero protagonista di entrambi i romanzi», con le sue diciannove case attorno a una chiesetta del 1700. Il paesino, casa di poche anime d’inverno, d’estate si sveglia per accogliere escursionisti e parenti dei vecchi abitanti, ma, in “La pistola di Antonio Ferdinando Navarro” il viavai estivo porta con sé un cadavere: dopo un temporale estivo che blocca la mulattiera da cui si accede al paese, viene ritrovato morto l’avvocato Cucchi, nato a Campeda e trasferitosi da giovane a Milano.Sarà il parroco don Antonio a indagare sull’accaduto, accompagnando il lettore tra misteri e stridenti silenzi di personaggi omertosi, fino al rocambolesco finale.

Lorena Grattoni, che già colleziona il premio letterario Milano international e il premio letterario città di Sarzana, anche questa volta va a segno con “La pistola di Antonio Ferdinando Navarro”, in cui i canoni classici del giallo trovano un’ambientazione davvero unica e piena di sorprese.

Alberta Laviola

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