La vicenda de La Perla, la fabbrica di intimo ormai in liquidazione, subisce una svolta grazie al tribunale di Bologna. Sono state infatti le accolte le richieste dei sindacati, in particolare sulla garanzia del marchio dopo le dichiarazioni da Londra che costituivano il rischio di inibire alle aziende italiane l’utilizzo del marchio e di cessione del marchio senza tenere in debito conto il destino delle lavoratrici.
Nella serata di ieri, quindi, è stato disposto il sequestro preventivo di tutto il patrimonio di La Perla Manufactoring srl, ivi compresa l’azienda e i marchi detenuti a Londra e sono stati nominati due custodi.

Il sequestro preventivo del patrimonio e del marchio: la svolta in tribunale per La Perla

Soddisfatti i sindacati, che sottolineano la celerità con cui il tribunale ha preso la decisione. «Una operazione sul marchio svincolata dalla valorizzazione delle riconosciute abilità delle lavoratrici avrebbe finito per disperdere la qualificata manodopera oltre che svilire il marchio stesso – osserva Stefania Pisani della Filtcem Cgil – Auspichiamo che la misura cautelare di custodia determini al contempo un celere sblocco del pagamento delle retribuzioni di ottobre, novembre e tredicesima, in mancanza del quale il rischio di dispersione delle maestranze si concretizzerà a breve».

Il sequestro preventivo è funzionale alla procedura di amministrazione straordinaria, la cui decisione è stata spostata al 19 gennaio. In particolare, l’amministrazione straordinaria prevede che il Ministero nomini un commissario giudiziale, che dovrebbe amministrare la società.
Per impedire che i liquidatori di Londra cedessero il marchio, i sindacati si erano rivolti al tribunale per chiedere il sequestro preventivo e l’udienza si è svolta venerdì scorso, 15 dicembre. Nella serata del 19, invece, la decisione sul sequestro.

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