L’Onu ha accolto la richiesta palestinese di aderire al Trattato di Roma, con cui è stato istituito la Corte Penale Internazionale. Con questa mossa il governo palestinese avrà la possibilità di chiedere l’incriminazione del governo israeliano presso il tribunale dell’Aja, ma potrebbe a sua volta finire sul banco degli imputati.
Dal primo aprile di quest’anno la Palestina aderirà ufficialmente alla Corte Penale Internazionale. Ad annunciarlo è il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.
L’Anp aveva depositato venerdì scorso la richiesta di adesione a 14 trattati internazionali. Nei giorni precedenti la risoluzione palestinese per un accordo di pace con Israele era stata bocciata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu (8 voti favorevoli su 9 necessari).
La svolta arriva dunque dopo settimane di intensa attività diplomatica da parte palestinese. L’adesione alla Corte Penale Internazionale permetterà alla Palestina di chiedere l’incriminazione del governo israeliano presso il tribunale dell’Aja.
D’altra parte, però, lo stesso governo israeliano potrebbe chiedere alla Corte di pronunciarsi sulla condotta palestinese, in particolare riguardo al lancio di razzi sul proprio territorio da parte di Hamas.
Se l’adesione ha già una data ufficiale, è però difficile prevedere quando e in che modo i meccanismi della giustizia penale internazionale si metteranno in moto e troveranno piena agibilità.
Il governo israeliano, intanto, ha disposto il congelamento di 127 milioni di dollari – proventi di dazi doganali – destinati proprio alla Palestina. Quei soldi, come è stato notato da più parti, sono palestinesi.
“Il governo Netanyahu ha congelato 127 milioni di dollari palestinesi, non si trattava di donazioni fatte da Israele ai palestinesi, ma di soldi palestinesi. Non solo, ma potrebbero essere adottate altre misure restrittive. Israele non esclude l’intenzione di potersi rivolgere al Congresso americano, che ha già approvato una serie di leggi antipalestinesi, proprio per chiedere la sospensione degli aiuti americani all’Anp di Abu Mazen – riferisce da Gerusalemme il giornalista Michele Giorgio – Adesso ci sono le condizioni affinchè la Palestina possa chiedere l’incriminazione di Israele per una serie di crimini di guerra che sono stati commessi di recente”.
L’adesione alla Corte Penale Internazionale potrebbe dunque agire da arma a doppio taglio per i palestinesi? Secondo Michele Giorgio “Esiste la possibilità che Israele possa ottenere l’incriminazione di Hamas e anche dell’Anp, ma esiste una ampia documentazione internazionale la cui quantità e qualità è largamente più vasta rispetto alle incriminazioni che Israele potrebbe chiedere a danno dei palestinesi”.
Alessandro Albana