Mercato immobiliare, rifiuti, trasporti. Sono solo tre aspetti della vita di una città che possono essere sensibilmente modificati in negativo da un’eccessiva pressione turistica su un determinato territorio.
Il fenomeno, che comincia a fare breccia nel dibattito pubblico, è noto con il nome di “overtourism” e se dopo gli anni della pandemia molti territori hanno fatto di tutto per attirare visitatori e rimpinguare le tasche dei commercianti, ora qualcuno inizia a rendersi conto di come il fenomeno modifichi equilibri urbani e rischi di peggiorare la qualità della vita dei residenti.
L’overtourism, una classifica per capire l’impatto sulla vita dei residenti
L’istituto di ricerca Demoskopika ha realizzato la prima mappa dell’overtourism in Italia. Grazie all’analisi di 5 indicatori è estato elaborato l’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (Icst) che racconta di quanta pressione turistica e quanti rischi di conseguenze sociali e urbane ci sono per ogni singola città italiana.
Gli indicatori, adottati in via sperimentale, ci vengono raccontati dal presidente di Demoskopika, Raffaele Rio: «Abbiamo preso in considerazione la densità turistica, cioè quanti turisti ci sono per chilometro quadrato; la densità ricettiva, cioè il numero di posti letto turistici in una determinata destinazione; l’intensità turistica, cioè le presente turistiche sulla popolazione residente; l’utilizzazione lorda, che aiuta a capire quanto margine o quanto sfruttamento c’è nell’offerta ricettiva esistente; infine la quota di rifiuti urbani attribuibili al settore turistico».
I 5 parametri vanno poi a costituire l’Icts, sulla base del quale si può stilare una classifica che racconta quali sono i territori che subiscono maggiormente l’overtourism.
In cima alla lista troviamo città dove la saturazione turistica è cosa nota, come Venezia, Rimini o Napoli, ma anche luoghi che non ci si aspetterebbe, come Bolzano, Livorno e Trento.
Il livello di overtourism è alto anche a Milano, Savona, Ravenna, Roma, Trieste, Imperia, la Spezia (con le 5 Terre), Grosseto, Firenze, Gorizia, Aosta, Forlì-Cesena.
Un livello moderato, ma comunque esistente, viene registrato anche a Siena, Monza della Brianza, Brescia, Padova, Genova, Sassari (con la Maddalena), Vibo Valentia (con Tropea), Lucca, Pistoia, Como, Bologna, Pisa, Pesaro e Urbino.
«Il sovraffollamento turistico può generare non necessariamente un’opportunità, ma essere percepito come una minaccia che genera proteste da parte della popolazione residente fino a un suo peggioramento della qualità della vita», osserva Rio.
Sul tema della casa, ad esempio, la trasformazione in locazioni turistiche di alloggi un tempo destinati a locazioni per studenti o lavoratori ha alterato sensibilmente lo stesso mercato immobiliare, riducendo la disponibilità di case, facendo aumentare i prezzi dell’affitto e operando una sorta di selezione economica, dal momento che chi non può permettersi costi troppo alti viene spinto verso le periferie o le province.
ASCOLTA L’INTERVISTA A RAFFAELE RIO: