Sarà che sono il popolo della prima rivoluzione in Europa, ma le lotte dei francesi assumono spesso dimensioni significative. E soprattutto non si limitano a poche ore di sciopero con annessa manifestazione.
Ieri, in Francia, si è svolta una nuova giornata di protesta contro la riforma delle pensioni voluta dal governo. A Parigi la manifestazione ha portato in piazza 700mila persone, tante quante erano scese in piazza nel 1995 contro un’analoga riforma, che proprio la lotta aveva fatto ritirare. Complessivamente nel Paese hanno scioperato e manifestato più di tre milioni di persone e tutto ciò nonostante le mobilitazioni precedenti.

Blocchi e scioperi ad oltranza, la “lotta continua” francese oltre le manifestazioni

Le forme che assumono le mobilitazioni in Francia appaiono molto diverse da quelle che registriamo in Italia. Se nel nostro Paese la proclamazione di uno sciopero generale è sempre oggetto di tentennamento da parte dei sindacati confederali e spesso tutto si risolve con una giornata di sciopero e una manifestazione, la Cgt, il sindacato della sinistra francese, ha una capacità di mobilitazione maggiore, continuativa e assai più radicale. Ecco perché potremmo definire l’attuale lotta contro la riforma delle pensioni, ma anche proteste del recente passato, come una “lotta continua“.

«Già prima dello sciopero, alla fine della settimana scorsa – racconta Lorenzo Battisti, nostro corrispondente dalla Francia – sono cominciati gli scioperi ad oltranza, sopratutto nelle centrali elettriche, nei terminal del gas e in altri settori strategici».
Battisti racconta che da ieri, inoltre, molti siti produttivi, anche privati, sono bloccati e ci sono intere zone industriali bloccate da barricate con pneumatici incendiati. Il blocco riguarda anche le tangenziali e l’accesso a molti porti, così come risultano bloccate tutte le raffinerie – già protagoniste di una precedente mobilitazione – che non distribuiranno carburante almeno fino al prossimo week end.

L’impatto di queste forme di “lotta continua” possono anche essere misurate. Dall’inizio della protesta nelle centrali elettriche, ad esempio, è possibile riscontrare un calo della produzione elettrica. Sempre nel settore elettrico, qualche settimana fa si registrò la singolare protesta dei “Robin Hood dell’elettricità”, che staccavano la corrente a quei parlamentari che si erano dichiarati favorevoli alla riforma. Allo stesso modo, lo sciopero nel settore dei trasporti ha ridotto sensibilmente le corse di treni e metro. A queste forme di protesta si sono aggiunte anche le occupazioni degli studenti universitari.

Scioperi ad oltranza
Il calo elettrico dopo l’inizio della protesta nelle centrali.

«Lo scopo degli scioperi ad oltranza è quello di durare un minuto più del governo – sottolinea Battisti – Per fare qualche esempio, ci sono lavoratori che ieri notte hanno dormito nei depositi degli autobus per bloccarli, altri che hanno dormito all’interno dei centri commerciali occupati. Tutto questo mostra una mobilitazione che continua a ingrandirsi».
Per far fronte a questo tipo di lotta, in particolare quella degli scioperi ad oltranza, è necessaria però una forma di solidarietà per tutti coloro che non riceveranno lo stipendio o lo riceveranno decurtato. Per queste ragioni la Cgt ha lanciato una cassa di solidarietà, che si può sostenere anche con donazioni di piccoli importi.

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