L’opposizione interna turca non ha dubbi sui propositi del presidente Recep Tayyip Erdogan: l’invasione della Siria del nord avrà due principali scopi. Da un lato colpire i curdi del Rojava, impedendo loro di creare una regione autonoma che preluda alla nascita di uno Stato indipendente, dall’altro lato utilizzare il migliaio di prigionieri dell’Isis come arma di ricatto nei confronti dell’Europa.
A spiegarlo, ai nostri microfoni, è una militante dell’Hdp, il Partito Democratico dei Popoli, la sinistra turca. Non riveleremo il suo nome per ragioni di sicurezza, dal momento che la repressione del governo turco ha spesso colpito e decimato l’opposizione.
L’attivista racconta la situazione interna del Paese e conferma quanto sosteneva ieri, sempre ai nostri microfoni, Giuseppe Acconcia, docente dell’Università di Padova: una delle ragioni per cui Erdogan vuole cominciare un nuovo conflitto riguarda la sconfitta alle recenti elezioni amministrative che ha portato il suo partito, l’Akp, a perdere il controllo di città importanti come Istanbul.
Una delle conseguenze dell’operazione militare turca, inoltre, potrebbe essere la recrudescenza del conflitto nella stessa Turchia, quella orientale, a forte componente turca. “Mi spiace dirlo – sottolinea l’esponente dell’Hdp – ma questa guerra potrebbe trasformarsi in un genocidio“.
Sul fronte interno esiste una ovvia opposizione al piano del presidente turco, ma non è detto che il fronte sia molto ampio. “Se è vero che negli ultimi tempi la prospettiva di riconoscere diritti e un trattamento equo ai curdi presenti in Turchia è aumentata, non si può tuttavia dire che nel Paese non persista un forte razzismo nei loro confronti”. Altri partiti all’opposizione, quindi, potrebbero sostenere o non schierarsi apertamente contro l’operazione militare.
L’appello internazionale lanciato da Ypg e Jpg è molto importante, ma non è detto che risulti efficace. È difficile stimare anche l’importanza che avrà l’opposizione alla guerra nata in seno agli Stati Uniti, dove il presidente Donald Trump ha ricevuto forti critiche anche dal suo partito per aver lasciato campo ai piani di Erdogan.
Quello che spera la militante dell’Hdp è che in tutto il mondo le persone scendano in piazza per dire no a questa nuova guerra.
ASCOLTA L’INTERVISTA ALLA MILITANTE DELL’HDP: