Con un voto a larghissima maggioranza, ieri la Francia ha ufficialmente inserito nella propria Costituzione il diritto all’aborto. Una decisione che giustamente viene raccontata come storica e che è stata possibile anche grazie al posizionamento della società civile, al punto da condizionare anche il voto dell’estrema destra.
«Ho pensato che fosse una mossa propagandistica di un Macron sempre più in difficoltà – commenta ai nostri microfoni Francesca De Benedetti, giornalista di Domani – però mettere in sicurezza i diritti delle donne è una scelta lungimirante».

Il diritto all’aborto nella Costituzione della Francia

In particolare, De Benedetti ricostruisce ciò che in Europa e non solo negli scorsi anni è sembrata una Internazionale antiabortista, che partendo dal Texas è arrivata nel Vecchio Continente, soprattutto in Polonia e Ungheria.
Inserire nella Costituzione il diritto all’aborto, quindi, è una scelta importante che mette al riparo da quelle pulsioni reazionarie che si sono manifestate in lungo e in largo. «È un segnale di reazione da parte della società civile e della politica – sottolinea la giornalista – di cui beneficeranno i protagonisti anche alle prossime elezioni europee».

Nello specifico della Francia, però, la presidenza di Macron non può dirsi campionessa di diritti. Basti pensare alla repressione che hanno subito le proteste contro la riforma delle pensioni.
Tanto in Francia quanto in altri contesti europei, quindi, sembra che sia più facile concedere o difendere i diritti civili, mentre quelli sociali continuano a essere smantellati.
«Si sta creando una sorta di cordone neoliberista che è alternativo a quello sanitario, nato proprio in Francia quando si chiedeva agli elettori di arginare l’estrema destra», osserva De Benedetti. Ora, in Europa diversi gruppi politici vanno a braccetto con l’estrema destra, in particolare quella di Giorgia Meloni, in particolare sul tema dell’economia. «Tutelare i diritti civili, come ha fatto la Francia, è importantissimo, però non basta in un contesto che smantella i diritti sociali».

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