Dopo l’ordinanza anti-boghi del Comune, Arte Migrante prepara la disobbedienza civile. L’associazione annuncia che mercoledì sarà in piazza San Francesco con strumenti alternativi. “L’arte non si può silenziare, questa piazza è la nostra casa e sempre lo sarà.

Il silenziatore e il coprifuoco messi dal Comune su piazza San Francesco sollevano le prime reazioni. Con l’ordinanza dello scorso 6 luglio, infatti, Palazzo D’Accursio ha vietato il consumo di bevande alcoliche dalle 17 del pomeriggio e l’utilizzo di apparecchi destinati esclusivamente alla riproduzione e diffusione musicale e sonora. Salate le multe a chi trasgredisce: da 100 a 500 euro.
Numerose sono state le proteste contro il provvedimento, ma ora arriva anche una prima iniziativa che vuole disobbedire alle imposizioni comunali.

Arte Migrante, associazione che dal 2012 opera per promuovere l’accoglienza e l’inclusione sociale attraverso gli strumenti dell’arte e della musica, annuncia che mercoledì prossimo, 12 luglio, sarà proprio in piazza San Francesco, dove darà vita ad una serata con strumenti musicali “alternativi”, per non infrangere i divieti contenuti nella nuova ordinanza comunale.
Dalle 21.00, i membri dell’associazione e quanti vorranno partecipare si esibiranno con posate, grattugie, scatole da scarpe, ma soprattutto mani e voce.

“Non ci sembra giusto, una piazza è un luogo pubblico, che appartiene a tutti e a nessuno – afferma Sara del coordinamento dell’associazione – Questa ordinanza ha colpito molto Arte Migrante, per noi l’arte e la musica sono strumenti fondamentali per costruire ponti tra persone di culture diverse e per permetterci di comunicare in modo non verbale. A volte per capirsi non c’è bisogno di parlare, basta una canzone. Non ci sembra possibile che la musica possa essere considerata dannosa”.

Lo scorso 5 luglio, ad ordinanza ancora non entrata in vigore, gli attivisti dell’associazione sono stati avvicinati da agenti in borghese, che hanno spiegato che avrebbero sequestrato qualsiasi strumento venisse utilizzato. Un episodio che li ha convinti ad organizzare la disobbedienza civile: “la voce, le mani, le parole, il canto non si possono sequestrare”.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO PIRO DI ARTE MIGRANTE: