Il caso dell’ospedale Careggi si inserisce nel solco delle politiche anti-lgbt+ portate avanti dalla destra, mettendo a rischio la qualità della vita delle giovani persone transgender e delle loro famiglie. Elisabetta Ferrari, presidente dell’associazione GenderLens ci aiuta a districarci in questo argomento molto dibattuto.
Tutto nasce dall’interrogazione parlamentare presentata dal senatore Maurizio Gasparri il 20 dicembre 2023, in cui sostiene che un farmaco sospensore della pubertà, somministrato in alcuni casi a pre-adolescenti che hanno iniziato un percorso sull’affermazione di genere, verrebbe prescritto ai minori in alcuni casi senza «assistenza psicoterapeutica e psichiatrica».

Da qui un’ispezione del Ministero all’ospedale Careggi di Firenze partita il 23 gennaio 2024, per verificare i passaggi del percorso di disforia di genere per i minori. Il Careggi è il centro per eccellenza in Italia in cui c’è la possibilità di ricevere la somministrazione della triptorelina, fondamentale nel percorso delle giovani persone che non si identificano nel genere assegnato alla nascita, in quanto permette di bloccare temporaneamente lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari che avviene durante la pubertà.

Accanimento contro la triptorelina, un farmaco sospensore della pubertà

«Avere un tempo in cui pensarsi in termini di genere può essere molto importante per poi decidere se continuare il percorso o se tornare sui propri passi», spiega Elisabetta Ferrari di GenderLens, punto di riferimento per le giovani persone di genere non binario o persone trans e per le loro famiglie, in quanto si occupa di fornire sostegno e spiegazioni rispetto all’esperienza della disforia e dell’affermazione di genere. L’associazione ha coperto un vuoto che in Italia riguarda le persone trans e non binarie molto giovani, la cui condizione non è riconosciuta e rispettata a causa della «feroce ignoranza» da cui nascono, sostiene Ferrari, «illazioni puramente ideologiche cavalcate dall’estrema destra» che in questo caso riguardano la triptorelina.

Nel mondo scientifico, infatti, i pareri sono totalmente a sostegno del farmaco: un pool di medici, neuropsichiatri, endocrinologi e pediatri di 12 associazioni (Acp, Ait, Ame, Onig, Siams, Sid, Sie, Siedp, Sigis, Sima, Sinpia – sezione di psichiatria – e Sipps) ha diffuso una lunga nota in cui definisce la triptorelina «un farmaco salva-vita nei giovanissimi transgender e gender diverse, prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani sofferenti e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature».
Senza considerare che i sospensori della pubertà da oltre trent’anni in Italia sono fondamentali per la cura anche di altre condizioni mediche, come le pubertà precoci. «Non si parla mai dei danni che si fanno se, nei casi che vengono accertati, non si somministra la triptorelina alle giovani persone trans – continua Ferrari – tentativi di suicidio, autolesionismo, disordini alimentari, abbandono scolastico». Queste le condizioni che ancora segnano la vita quotidiana di tante persone trans e che rischierebbero di peggiorare con l’accanimento ideologico e politico della destra al governo.

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