«Bisogna ripensare il settore della logistica, non solo per come organizziamo il territorio, ma anche in termini di chi o cosa ne è avvantaggiato. Abbiamo davvero bisogno di consegnare qualsiasi bene, a qualsiasi ora e in ogni luogo? Rispondiamo a una necessità materiale collettiva o è solo uno strumento per garantire profitto a qualcuno?», afferma Marco Palma, attivista del gruppo Bologna for Climate Justice.

I legami tra il settore della logistica e la crisi climatica saranno al centro del secondo dei Talks for Climate Justice, che si terrà oggi, 4 aprile, in via Zamboni 38, ore 19. Il primo incontro, avvenuto qualche settimana fa, ha avuto come relatore Emanuele Leonardi – sociologo e ricercatore – sul tema della dicotomia tra ecologia e lavoro.

Into the Black Box: studiare la società dalla prospettiva della logistica

Stasera, invece, a intervenire sarà il gruppo di ricerca di Into the Black Box, nato dalla spinta delle lotte nella logistica avvenute nell’ultimo decennio in Pianura Padana, che si prepone di analizzare i mutamenti politici e socio-economici dalla prospettiva privilegiata della logistica.
«C’è un grande non detto attorno a questo tema. Si pensa che sia un settore climaticamente neutro, ma non è così. A Bologna e in Emilia-Romagna ne abbiamo tanti esempi: dalla diffusione a macchia d’olio di centri logistici all’allargamento della tangenziale di Bologna, il famoso “Passante di mezzo”. I costi ecologici di questo settore sono enormi», continua Palma.

La drammatica connessione tra emergenza climatica e circolazione delle merci ha tante cartine di tornasole: cumuli di container sulle navi cargo, aerei e droni che conquistano il cielo, magazzini immensi di nuova costruzione, autocarri che solcano autostrade e bruciano combustibile. Tutti fenomi che producono un consumo di suolo sempre meno tollerabile in tempi di crisi climatica, oltre che enormi ricchezze centralizzate e mai distribuite.

Into the black box ci racconterà come guardare al mondo con questi occhi, soffermandosi anche sulle lotte e le recenti innovazioni nella Pianura Padana. La “scatola nera” rimanda al container – l’emblema della logistica – ed è il simbolo delle tecniche politiche e manageriali con cui il sistema nasconde le proprie logiche e il proprio funzionamento agli “osservatori esterni”. L’obiettivo del gruppo di ricerca è quello di analizzare criticamente input e output di questa scatola, operazioni e conseguenze, per dimostrare che lo spostamento di merci e persone è una delle chiavi per comprendere la società in cui viviamo – e in cui vivremo.

Ripensare la città, tutelare il lavoro

«Negli ultimi anni la logistica è esplosa, soprattutto a causa della pandemia. Qualche mese fa la città metropolitana di Bologna ha detto stop a nuovi insediamenti logistici, ma è come se il cancello sia stato chiuso dopo che i buoi erano già scappati» – conclude Palma. Quello del legame tra logistica e urbanizzazione, infatti, sarà un altro tema fondamentale dell’incontro. La riflessione spazierà dal sistema economico che governa le nostre vite al principale incubatore di queste stesse vite, la città, ma ci sarà spazio anche per il tema del lavoro, essendo la logistica un settore dove c’è molto sfruttamento – ed essendo tutte queste istanze legate tra loro dalle lenti della giustizia climatica.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARCO PALMA:

Andrea Mancuso