«Questo caso è destinato a stabilire in sostanza se vivrà o morrà». Sono queste le parole utilizzate da Stella Moris nel prefigurare cosa potrà accadere al marito Julian Assange. Proprio oggi infatti comincia l’udienza dell’Alta Corte di Londra, chiamata a decidere sull’estradizione del giornalista e fondatore di Wikileaks negli Stati Uniti, dove dovrebbe rischia una condanna fino a 175 anni di carcere per aver a suo tempo divulgato 700mila documenti riservati relativi ad attività militari e diplomatiche degli Usa, inclusi crimini di guerra attribuiti alle forze americane in Afghanistan e Iraq.

Bologna conferisce la cittadinanza onoraria a Julian Assange

Alla vigilia dell’udienza, a Bologna il Consiglio comunale ha approvato la delibera per conferire a Julian Assange la cittadinanza onoraria. Il primo firmatario del documento è Detjon Begaj, capogruppo di Coalizione Civica, che ha incassato il sì di 32 consiglieri e consigliere comunali.
Con la delibera Begaj ha intercettato anche la sensibilità di un gruppo di cittadini bolognesi che si è autorganizzato e ha raccolto più di 2mila firme per chiedere proprio che venisse concessa la cittadinanza onoraria a Julian Assange.

«Dare la cittadinanza a Julian Assange è dare cittadinanza alla libertà di stampa, al diritto di informazione e alla verità – ha commentato Begaj – Nell’epoca delle fake news, il diritto ad un’informazione libera e indipendente, il diritto a conoscere documenti e fatti rilevanti per la difesa della democrazia, come i crimini di guerra, che alcuni poteri vogliono nascondere all’opinione pubblica, è fondamentale».
Al contrario, la persecuzione che ha subito Assange in questi anni sembra una sorta di monito a tutto il mondo giornalistico e per questo ancor meno tollerabile.

È proprio Stella Moris, in queste settimane, a presenziare alle cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria decisa da diversi Comuni in Italia e in Europa. È accaduto, ad esempio, nel dicembre scorso a Reggio Emilia, uno dei primi Comuni della nostra regione ad aver approvato l’atto.
A Bologna, però, non si perde la speranza che Assange venga liberato e, al di là della cittadinanza, un giorno possa venire in città.

ASCOLTA L’INTERVISTA A DETJON BEGAJ: