Nella Bolognina spesso bistrattata e stigmatizzata, dal 2020 esiste un presidio culturale che si impegna a combattere il razzismo, i retaggi coloniali e l’esclusione minorile. È la Casa del Mondo di via Antonio di Vincenzo 18/a che, in appena 60 metri quadrati, è diventata un punto di riferimento per il quartiere.
Ora quello spazio rischia lo sfratto da parte di Acer, proprietaria dell’immobile, perché le sette associazioni che vi operano non sono riuscite a pagare regolarmente l’affitto.

Il rischio sfratto per la Casa del Mondo

La Casa del Mondo offre corsi di lingua, doposcuola, laboratori, escursioni e iniziative culturali, coinvolgendo circa 30 bambini fino ai 10 anni e numerose famiglie. L’obiettivo principale è promuovere l’antirazzismo, l’antisessismo e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione. Tutto ciò è offerto gratuitamente grazie a un lavoro volontario.
Tuttavia, l’associazione è ora a rischio di sfratto. Il canone d’affitto mensile di 500 euro, già aumentato da 350 euro, è diventato insostenibile. La Casa del Mondo opera in un locale di edilizia residenziale pubblica assegnato tramite un bando di Acer, ma il contratto è di tipo commerciale. A seguito di un accumulo di debiti, Acer ha inviato una notifica di sfratto da eseguire entro il 16 aprile.

Nonostante gli sforzi per sostenere l’attività con eventi e raccolte fondi, i debiti sono aumentati. Dopo alcune vicessitudini la proposta di piano di rientro inviata a Acer è stata accettata ed entro il 10 aprile dovrà essere versata una prima parte del debito.
«Noi non abbiamo entrate fisse come le attività commerciali – spiega ai nostri microfoni Beatrice, una delle volontarie – gli adeguamenti Istat e le fluttuazioni sulle utenze hanno fatto aumentare l’affitto».
Attualmente, La Casa del Mondo sta organizzando una raccolta fondi e giornate di sensibilizzazione (domani ci sarà la proiezione di un film) per cercare di evitare lo sgombero. «C’è anche la possibilità di tesserarsi online – sottolinea la volontaria – perché a noi piace mostrare la nostra forza di collettività.

Anche nella vicenda della Casa del Mondo emergono le problematiche create dal meccanismo del bando, che spesso non tiene conto della specificità e del valore sociale delle realtà in cerca di uno spazio. Per l’associazione servirebbe un cambiamento nei regolamenti di Acer e del Comune per consentire assegnazioni dirette degli spazi pubblici a scopi sociali, anziché attraverso bandi che spesso escludono le realtà no profit.

ASCOLTA L’INTERVISTA A BEATRICE: