25 anni in isolamento nel braccio della morte per una condanna alla pena capitale, che è stata cancellata ma senza che ciò abbia comportato la sua liberazione o lo spostamento in un’altra sezione del carcere. È la storia assurda di Kenneth Reams, condannato nel 1993, quando aveva appena 18 anni, per una rapina compiuta insieme ad un amico, che sparò e uccise l’uomo che aveva rapinato. Kenneth faceva da palo, non ha alcuna responsabilità nell’omicidio, ma la giuria ha sentenziato la pena di morte in un processo sbrigativo, dove non è nemmeno stato chiamato a testimoniare l’omicida.

La storia di Kenneth Reams – che oggi ha 43 anni, ma è stato il più giovane detenuto nel braccio della morte in Arkansas – è raccontata nel film “Free men” di Frederique Widman, che ha recentemente vinto il premio “Lo Porto” alla tredicesima edizione del Terra di Tutti Film Festival. Il documentario riflette anche sul sistema punitivo delle carceri statunitensi e sul contesto sociale in cui è maturato il reato per cui è stato condannato a morte il protagonista, in particolare sull’accanimento verso le persone afro-americane. Kenneth Reams – che non appare mai in video, ma è presente nel lavoro attraverso la sua voce al telefono dal penitenziario – è uno straordinario esempio di resilienza, un detenuto che persevera nel chiedere una giustizia riparativa e non vendicativa.

Ai nostri microfoni Costanza Francavilla, compositrice delle musiche del film, racconta nel dettaglio la vicenda giudiziaria. “Kenneth è stato difeso da un avvocato d’ufficio inesperto, che in quel momento seguiva più di 100 casi – racconta – La giuria era composta da 10 bianchi e un solo nero, nonostante in quella contea il 90% della popolazione sia nero. È anche una zona molto povera, per cui possiamo dire che il caso di Kenneth sia un caso di discriminazione razziale“.
La legge dell’Arkansas prevede la pena di morte anche per i complici dell’omicidio. A Kenneth fu proposto un patteggiamento che prevedeva l’ergastolo in caso si fosse dichiarato colpevole. “Lui si è rifiutato, perché si è sempre considerato innocente”, osserva Francavilla.

Attualmente Kenneth Reams si trova in un limbo. “Nel novembre 2018 è stata revocata la pena di morte perché il caso è stato dichiarato incostituzionale“, sottolinea la compositrice. È però in atto un contenzioso tra la Corte Suprema e lo Stato dell’Arkansas, che vorrebbe riaprire il caso.
Per questo motivo, Kenneth è detenuto illegittimamente e non è ancora stato trasferito dal braccio della morte.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica è stata lanciata, in collaborazione con Amnesty Internazional, la campagna #FreeKennethReams. Una campagna che ha interessato anche volti noti, come quello di Johnny Depp e Peter Gabriel. È stata attivata anche una petizione su Change.org a cui tutti possono partecipare.

ASCOLTA L’INTERVISTA A COSTANZA FRANCAVILLA: