Proporre strategie per garantire la protezione e l’evacuazione di rifugiati e richiedenti asilo dalla Libia. È all’interno di questa mobilitazione che si muove la campagna “Evacuare i difensori dei diritti umani dalla Libia”, presentata questa mattina a Bologna. Una campagna che si concentra sui rischi ulteriori che corrono attivisti e difensori dei diritti umani e che vede insieme Mediterranea, Ya Basta, l’Arcidiocesi, Refugees in Lybia e Belaady for Human Rights, con il sostegno del candidato agli Oscar Matteo Garrone, regista di “Io capitano”.

L’evacuazione dei rifugiati dalla Libia: la campagna

Tutto nasce dal protagonismo dei rifugiati in Libia, che nel 2021 cominciano una mobilitazione autorganizzata accampandosi di fronte alla sede dell’Unhcr a Tripoli.
L’eco di quella protesta ha portato alla creazione di una rete internazionale che ha contribuito, tra le altre cose, alla creazione di canali umanitari gestiti dalla Comunità di Sant’Egidio, grazie ai quali è possibile evacuare dalla Libia circa 500 rifugiati e richiedenti asilo.
La campagna internazionale, presentata questa mattina a Bologna, si concentra invece sui difensori dei diritti umani, gli attivisti che per il proprio impegno sono esposti a maggiori rischi di ritorsione.

La scelta di Bologna non è casuale. Oltre alla presenza di Làbas, che sotto le Due Torri rappresenta un punto di riferimento per Mediterranea e Refugees in Lybia, è la vicenda di Patrick Zaki e la mobilitazione per la sua liberazione in Egitto ad aver fatto scuola.In Libia, sottolineano i promotori della campagna, si trovano tanti altri Patrick Zaki che rischiano un epilogo diverso. Di qui la necessità di accendere i riflettori su di loro e di chiedere la loro evacuazione dal Paese. Sono 221 le persone, già incarcerate poi rilasciate, nel mirino delle autorità libiche dalla protesta dei migranti a Tripoli.
«Bologna vuole essere una città rifugio», ha affermato il sindaco Matteo Lepore questa mattina, sottolineando così le ragioni della scelta dell’esposizione del Comune sul tema.

Le condizioni di rifugiati e attivisti in Libia sono complicate anche dalle politiche migratorie europee e italiane, non ultimo il Memorandum con il Paese nordafricano siglato dall’ex premier Paolo Gentiloni e dal suo ministro Marco Minniti, ma rinnovato da tutti i governi successivi, incluso quello Meloni.
«Queste politiche sono assolutamente fuori da ogni concezione dell’essere umano e dell’essere un Paese civile e democratico – osserva ai nostri microfoni Vanessa Guidi, presidente di Mediterranea – Addirittura con il Memorandum con l’Albania si prospetta di operare una selezione delle persone vulnerabili attraverso un medico a bordo, ma tutte quelle persone sono per definizione vulnerabili visto ciò che hanno vissuto».

La campagna “Evacuare i difensori dei diritti umani dalla Libia” può contare anche sull’appoggio del regista Matteo Garrone, candidato agli Oscar con il suo film “Io capitano”.
«Il mio è un film che parla da solo e mostra come quelle persone siano vittime di un sistema e spero che il mio lavoro contribuisca a farlo capire. Il mio intento era umanizzare dei numeri», ha commentato il regista.

La due giorni di iniziative per promuovere la campagna 

Oggi e domani, tra la sede di Làbas in vicolo Bolognetti e l’Università di Bologna, si svolgeranno una serie di iniziative per approfondire i temi connessi alla campagna.
Un’assemblea pubblica e diversi workshop si svilupperanno lungo la due giorni che si concluderà con la proiezione di “Solo di passaggio”, un documentario dell’Observatory on Gender in Crisis sulla situazione dei migranti in Libia.

ASCOLTA L’INTERVISTA A VANESSA GUIDI: